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Liliana Cavani: “Un vero regista non fa le serie, non sono vera cultura”

Liliana Cavani, madrina del festival “Custodi di sogni – I tesori della cineteca nazionale” ha manifestato il suo dissenso nei confronti del proliferare delle serie a discapito del cinema. La regista ritiene sia necessaria una rieducazione alle sale.
A cura di Ilaria Costabile
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Liliana Cavani è una delle più note registe italiane, capace col suo sguardo di raccontare aspetti del mondo e degli individui in maniera profonda. In occasione della presentazione del festival ‘Custodi di sogni – I tesori della cineteca nazionale‘ di cui è la madrina, la regista ha parlato della necessità di dare spazio al cinema e di invogliare i giovani a frequentare le sale, lamentando anche una certa apertura nei confronti delle serie televisive che, però, non gioverebbe ai registi e al cinema in senso ampio.

Liliana Cavani e l'importanza del cinema

"Un vero regista non fa le serielo afferma con una certa autorità Liliana Cavani che parla apertamente di come il mondo del cinema debba cambiare, affinché non ci sia il sopravvento di altri prodotti audiovisivi che, però, non avrebbero secondo la regista lo stesso impatto culturale: "La serie televisiva è un pericolo, non può vincere. La vera cultura non la fa la serie, che viene fatta solo per avere più spettatori e di conseguenza più guadagno". Secondo Cavani, infatti, bisogna avviare una mobilitazione collettiva perché le sale cinematografiche non si spengano del tutto:

È necessario fare una battaglia sociale per difendere le sale, ma non posso farla da sola. Le sale stanno chiudendo, come possiamo permettere questo?. Oggi è tutto masticato dalla televisione, dobbiamo insegnare ai ragazzi ad andare a vedere i film al cinema. È importante. Se facciamo chiudere i cinema che senso ha formare registi, sceneggiatori e attori?. 

La battaglia per tenere aperte le sale

Una tematica più che mai attuale, di cui ultimamente si è fatto portavoce anche un regista di fama mondiale come Martin Scorsese che, insieme ad altri illustri interpreti e cineasti, ha firmato una lettera inviata al Presidente Mattarella, affinché lo Stato italiano si adoperi per evitare la chiusura delle sale cinematografiche che rappresentano centri culturali del nostro paese, ma che pian piano si stanno spegnendo.

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