Le lacrime di Tommaso Zorzi: “Voglio diventare padre ma in Italia non posso perché sono gay”
Dopo il no del Governo al certificato europeo di filiazione, arrivano le prime reazioni del mondo degli influencer. Tommaso Zorzi ha pubblicato un reel, nella giornata di ieri, nel quale si è sfogato arrivando alle lacrime in alcune stories, scagliandosi contro il Governo che ha bocciato la proposta di riconoscimento dei diritti dei figli delle coppie dello stesso sesso, come proposto da certificato europeo: "Io, che sono un ragazzo omosessuale, se domani mi innamoro di un uomo, mi sposo e mi ritengo una persona in grado di essere padre anzi io voglio essere padre, in questo Paese non lo posso fare".
Le lacrime di Tommaso Zorzi
Lo sfogo di Tommaso Zorzi è così proseguito: "Devo pagare le tasse come tutti, ho i doveri di tutti ma non ho gli stessi diritti. Devo passare davanti ad un asilo, vedere gli etero portare i figli a scuola e dire ‘io quella roba non la potrò mai fare'. Messa così è un po’ tragica ma io la vivo così. Vorrei che qualcuno venisse da me e avesse il coraggio, guardandomi negli occhi, di dirmi ‘tu, che sei una brava persona, solo perché sei gay e non hai scelto di esserlo, rinunciaci perché ho deciso così'. Questo è lo stato dei fatti. Il prossimo passo sono le unioni civili, che dicano che non sono d’accordo neanche su questo, perché per chiamare marito una persona devi essere una moglie. Mi sento male. Non mi è mai successo di piangere per una decisione del governo. Giuro, ma è abbastanza spaventoso."
Il no al certificato europeo di filiazione
Tutto è nato dal no del Governo al certificato europeo di filiazione che prevede la genitorialità riconosciuta in uno Stato menbro come in ogni altro dell'Ue. Un certificato che permettere a coloro che hanno avuto figli in altri Stati europei di essere riconosciuti genitori anche nel proprio. L'obiettivo della Commissione Ue era di creare uniformità a livello europeo rispetto ai diritti dei genitori. Nella giornata di sabato 18 marzo, la sinistra scenderà in piazza per manifestare contro la scelta del Governo.