L’agente Beppe Caschetto: “Marcuzzi? 20 viaggi a Mediaset per farla prendere. Parietti? Fragile”
Beppe Caschetto, l'agente di molti nomi celebri dello spettacolo italiano, ha raccontato in una lunga intervista al Corriere i retroscena del suo lavoro e dei rapporti con i suoi VIP: "Sarebbe emotivamente interessante lavorare con Benigni", le prime parole. Il manager ha raccontato del rapporto con Alba Parietti terminato quando decise di risponderle meno al telefono: "Capii di esserle poco utile professionalmente".
Le parole su Alba Parietti, la sua prima artista
Beppe Caschetto al Corriere ha raccontato il passato con Alba Parietti, la prima artista che ha seguito. "Era il 13/14 agosto 1993, era un astro nascente assoluto, esigentissima: in quel momento ti consentiva di parlare con chiunque, ministri e non. Fini le chiese addirittura di candidarsi come sindaco di Roma". Visto il successo, un ricco signore – ha raccontato – propose loro di partecipare ad una conferenza stampa a Milano in cambio di una lussuosa villa: "Ai tempi io facevo fatica a fare il pieno della benzina, risposi va bene e gli chiesi la villa. Replicò che aveva detto tanto per dire. Ed io: no, ha parlato lei della villa e ora gliela compra. Lo fece". Si separarono perché Caschetto capii "di esserle poco utile professionalmente".
Alba aveva una sua inespressa fragilità: faceva solo le cose che riteneva di poter fare. Le faccio due esempi. L’agente di Mia Farrow mi cercò perché il produttore di 007, Albert Broccoli, aveva letto sul New Yorker un servizio dedicato a lei e la voleva per il ruolo di antagonista nel nuovo film di James Bond. Mi chiese come se la cavava con l’inglese, risposi che sarebbe potuta stare sei mesi in Inghilterra per perfezionarlo. Quando glielo proposi, rifiutò.
Un altro aneddoto del passato che riguarda Alba Parietti e il lavoro risale a quando recitò in Nei panni di una bionda a teatro che fu un successo: "Un giorno mi telefonò perché Franco Branciaroli l’aveva chiamata: Ronconi voleva fare una cosa teatrale con loro. Pensai: Bingo! E lei: non me la sento. Capii di essere inadeguato. Le ho voluto bene, le sono riconoscente, ma non sono un percentista: se non ci metti nulla di tuo, non ha senso fare questo lavoro".
Da Marcuzzi a Ferilli, i racconti di Beppe Caschetto
Nel corso della carriera "Ho venduto una breve campagna pubblicitaria a 5 milioni e stagioni televisive per qualche milione", ha raccontato. "I contratti minori li seguono le mie assistenti: ho 14 dipendenti, tutte donne. Più un avvocato e un commercialista". L'artista che segue da più tempo è Alessia Marcuzzi: "Insieme da 30 anni. Quando la presi, il padre mi chiese cosa volessi farne. Vorrei che stesse a casa almeno un anno, risposi. Veniva dal Grande gioco dell’oca, era la ragazza nel fango. Feci almeno 20 viaggi da Gregorio Paolini di Mediaset prima di convincerlo a prenderla". Su Lele Mora: "Credo di averlo cercato una volta e di non essere riuscito a parlargli. Avrei voluto esprimergli solidarietà umana. Il nostro lavoro è un po’ come quella canzone di De André, ha presente? "Alla stazione c’erano tutti…"? È stato organico a un mondo, e poi per ciò che ne so io è stato abbandonato". Caschetto si occupa di Miriam Leone solo per lavori legati alla tv:
Quando è stata matura per il cinema siamo stati noi a consigliarle un altro agente, perché non siamo un’agenzia di cinema: producendo film ci sarebbe un conflitto d’interessi. Fanno eccezione Luca e Paolo, Ferilli, chi è con noi da sempre.
Alla domanda "Con quale direttore è stato più bello lavorare?" ha replicato: "Con Freccero, paradossalmente: è quello che mi ha fatto più danni, mi ha chiuso tanti programmi, compreso uno di Luca e Paolo che andava benissimo nell’access prime time". Infine il pensiero per la moglie: "Gli sono grato per tutte le volte che ha aspettato un marito che non arrivava mai a casa la sera".