La storia vera di Margherita Sarfatti: critica d’arte, amante di Benito Mussolini e ispiratrice del fascismo
Nel panorama del Novecento italiano, poche figure sono state tanto influenti quanto controverse come Margherita Sarfatti. È stata la prima critica d'arte donna, vibrante intellettuale, nonché amante di Mussolini e, di fatto, sua ispiratrice, architetta culturale della primigenia fase del fascismo. Il personaggio di Margherita Sarfatti è centrale nella serie tv Sky M. – Il figlio del secolo, tratto dai romanzi di Antonio Scurati. La sua storia è un affascinante intreccio di amore, arte, politica e potere.
Le origini
Nata nel 1880 in una ricca famiglia ebraica veneziana, i Grassini, Margherita ricevette sin da subito un'educazione cosmopolita che la rese padrona di diverse lingue e le aprì le porte dell'alta società europea. Il suo matrimonio con l'avvocato socialista Cesare Sarfatti la portò a Milano, dove il suo salotto divenne presto punto d'incontro dell'élite culturale e politica della città. In quello stesso salotto – fu proprio suo marito a presentarli – incontra un giovane e ambizioso Benito Mussolini, già direttore dell'Avanti!, il giornale socialista. È il 1912. La loro relazione dura quasi vent'anni e Margherita diventa la consigliera più ascoltata del futuro Duce, contribuendo in modo determinante a plasmarne l'immagine pubblica e la visione culturale. Grazie a lei, Benito Mussolini fonda una rivista socialista chiamata "Utopia" nella quale scriveranno sindacalisti rivoluzionari, meridionalisti come Papini, Prezzolini, Soffici. Il mito fascista era ancora al di là dal venire, ma di fatto tutta l'impronta intellettuale di quegli anni fu enormemente influenzata dalle mosse e dai consigli di Margherita Sarfatti.
La costruzione del mito fascista
"Dux" è il suo capolavoro propagandistico. È la prima biografia autorizzata di Mussolini, tradotta in diciotto lingue. Il libro costruisce il mito del leader fascista, presentandolo come una figura quasi rinascimentale, sintesi di forza politica e sensibilità culturale. Parallelamente, come critica d'arte, Sarfatti promuove il movimento "Novecento", che cerca di definire un'arte fascista ancorata alla tradizione classica italiana.
Cosa diceva Margherita Sarfatti di Benito Mussolini
Come viene riportato da Giordano Bruno Guerri nell'ultimo intenso volume Benito. Storia di un italiano (Rizzoli), Margherita Sarfatti scriveva questo di Mussolini nel suo vendutissimo "Dux": "Mussolini non è femminista. La donna gli appare sempre in funzione di una donna bella e distinta". A una suffraggetta britannica, Mussolini disse: "Piacere è il primo diritto di queste creature adorabili [..] e se la creatura non piace e lo sa, è malinconica e diventa nervosa, a ragione". Quando Benito Mussolini arrivò al potere, la Sarfatti entrava e usciva da quei palazzi, galvanizzata all'idea di essere stata determinante per quella posizione gli scriveva lettere di questo tipo:
Benito, mio amore, mio amante, mio adorato! Sono, mi proclamo, mi glorio di essere appassionatamente, interamente, devotamente, perdutamente Tua. Iddio ti benedica, Amore in quest'anno della tua inenarrabile passione, del tuo duro travaglio, del tuo sacrificio, ma anche della tua santa gloria. Tua donna, tua santa, tua sposa.
Ma erano quelli gli anni nei quali Mussolini aveva già la testa altrove, ad altre donne, ad altre volontà di potenza. Dal 1924, con la morte del marito, Mussolini iniziò a frequentarla di malavoglia.
La rottura e l'esilio dopo le leggi razziali
La storia di Margherita Sarfatti prende una svolta tragica con le leggi razziali del 1938. La donna che aveva contribuito a costruire il regime fascista ne diventa vittima, costretta all'esilio prima in Francia, poi in Argentina e Uruguay. Tornerà in Italia solo nel dopoguerra, dedicandosi esclusivamente alla critica d'arte fino alla sua morte nel 1961.
Margherita Sarfatti al cinema e in tv: interpretata anche da Susan Sarandon
La storia di Margherita Sarfatti è stata riscoperta di recente grazie alla serie Sky M – Il figlio del secolo. La critica d'arte viene interpretata da Barbara Chichiarelli. C'è un precedente illustre: nel 1999, la Sarfatti è stata interpretata da Susan Sarandon per il film Il prezzo della libertà di Tim Robbins.