Chi era il generale Carlo Alberto dalla Chiesa, ucciso dalla mafia insieme alla moglie
Il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa è stato ucciso in un attentato a Palermo, il 3 settembre 1982, insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e l'agente di scorta Domenico Russo. Nello stesso anno fu nominato prefetto di Palermo con l'incarico di contrastare Cosa Nostra, ma è lì che trovò la morte. Precedentemente era stato a comando della Divisione Pastrengo di Milano, coordinatore delle forze di polizia e degli agenti informativi per la lotta contro il terrorismo. La sua dedizione alla giustizia e al dovere lo hanno reso un esempio per tutti coloro che combattono per la legalità e la giustizia. Oggi, il suo nome è legato indissolubilmente alla lotta alla mafia e alla difesa dei valori dello Stato di diritto.
Chi era Carlo Alberto Dalla Chiesa, generale e prefetto italiano
Il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa è stato un simbolo di resistenza e lotta al terrorismo e alla mafia. Era nato a Saluzzo, in Piemonte, nel 1920. Si unì all'Arma dei Carabinieri nel 1942 e presto divenne uno dei più giovani ufficiali dell'organizzazione. Nel corso della sua carriera, si distinse per il suo coraggio e la sua dedizione alla lotta contro la criminalità e la corruzione. Nell'anno successivo si laureò in giurisprudenza, era il 1943 ed era già al comando provinciale di Ascoli Piceno. Durante la seconda guerra mondiale, si oppose di partecipare alla ricerca e alla cattura dei partigiani.
La lotta al banditismo in Campania e in Sicilia
In un primo periodo, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa si distinse per essere stato uno dei più importanti esponenti della lotta al banditismo in Italia, sia in Campania che in Sicilia. Era il 1947 quando operò al comando provinciale di Casoria (in quell'anno, nacque Rita Dalla Chiesa) e dopo la sua esperienza fu inviato in Sicilia. In quegli indagò sulla scomparsa, poi rivelatasi omicidio, del sindacalista Placido Rizzotto. Attraverso il suo lavoro riuscì a garantire maggiore sicurezza per la cittadinanza campana e siciliana.
Il matrimonio con la prima moglie Dora Fabbo nel 1946
Nel 1946 sposa Dora Fabbo. La prima moglie purtroppo muore a soli 52 anni, nel febbraio 1978, a causa di un infarto. Una perdita che lascerà un enorme vuoto nel generale e in tutta la famiglia. È da quel momento che il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa inizierà a tenere un diario dentro il quale affiderà i suoi pensieri più privati: "Sono oltre quaranta giorni che vivo senza quella creatura. Senza un segno da colei alla quale avevo donato, dall’età di 19-20 anni, la mia stessa esistenza”. Da questo primo matrimonio, sono nati i tre figli Rita, Nando e Simona Dalla Chiesa.
La nascita dei tre figli: Rita, Nando e Simona Dalla Chiesa
Rita, Nando e Simona Dalla Chiesa sono i tre figli del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa nati dalla prima moglie Dora Fabbo. Rita Dalla Chiesa, conduttrice, è nata nel 1947 quando il generale era al comando provinciale di Casoria. Nel novembre del 1949, a Firenze, nasce Nando Dalla Chiesa, sociologo che si è da sempre esposto con libri e pubblicazioni nella stessa battaglia che ha condotto il padre. Il 23 ottobre 1952, sempre a Firenze, nacque la terza figlia, Simona.
Le prime lotte contro la mafia e Cosa nostra in Sicilia
In Sicilia, il generale Dalla Chiesa fu inviato come prefetto a Palermo con l'incarico di contrastare la mafia locale. Anche in questo caso, il generale mise in campo diverse strategie per debellare la mafia, tra cui il sequestro dei beni delle organizzazioni criminali e l'arresto dei loro capi. La sua attività contro la mafia non passò inosservata e presto divenne un bersaglio per i mafiosi.
Il contrasto alle Brigate Rosse
Nell'ottobre 1973, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa divenne comandante della 1a Brigata Carabinieri con sede a Torino. In quel momento storico, si ritrova a fronteggiare la minaccia delle Brigate Rosse, che erano la principale minaccia terroristica in quegli anni in Italia. Nel 1978, il generale Dalla Chiesa fu incaricato di condurre le indagini per il rapimento di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, da parte delle Brigate Rosse. In agosto fu nominato Coordinatore delle Forze di Polizia e degli Agenti Informativi con poteri speciali per la ricerca e la cattura degli assassini di Aldo Moro. Anche in questo caso, il lavoro del generale fu assai prezioso.
Da vicecomandante dell'Arma dei Carabinieri a Prefetto di Palermo
Viene nominato il 6 aprile 1982 come prefetto di Palermo e posto contemporaneamente in congedo dall'Arma. L'idea del governo era di cercare di ottenere gli stessi ottimi successi ottenuti in precedenza da Dalla Chiesa, che aveva sconfitto il banditismo e le BR, anche con la mafia. Fu però via via lasciato solo, come egli stesso lamentò più di un'occasione:
Mi mandano in una realtà come Palermo con gli stessi poteri del prefetto di Forlì, se è vero che esiste un potere, questo potere è solo quello dello Stato, delle sue istituzioni e delle sue leggi, non possiamo delegare questo potere né ai prevaricatori, né ai prepotenti, né ai disonesti.
Il secondo matrimonio con Emanuela Setti Carraro
Emanuela Setti Carraro è stata la seconda moglie del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, che morirà con lui nell'attento a Palermo, il 3 settembre 1982. Emanuela Setti Carraro è stata un'infermiera. I due furono uccisi appena cinquantaquattro giorni dopo il loro matrimonio.
3 settembre 1982: l'agguato al Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa
Il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa fu ucciso in un attentato il 3 settembre 1982. Nonostante la sua tragica scomparsa, il generale Dalla Chiesa è stato ricordato come un simbolo della lotta alla mafia e alla difesa dei valori dello Stato di diritto. L'agguato al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa è stato uno dei più efferati attentati mafiosi della storia della Sicilia.
La sera del 3 settembre, mentre rientrava a casa insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e al suo autista Domenico Russo, il generale Dalla Chiesa e i suoi accompagnatori furono attesi da un commando di killer che aprirono il fuoco contro il veicolo del generale, uccidendo Dalla Chiesa, sua moglie e l'autista. L'agguato al generale Dalla Chiesa segnò l'apice della guerra di mafia scoppiata in Sicilia negli anni '80 e dimostrò l'enorme potere e la determinazione della mafia nell'imporre il suo volere. In effetti, l'assassinio del generale è considerato il delitto più grave della storia della Repubblica dopo l'assassinio di Aldo Moro.
I funerali e le reazioni dei figli
I funerali si tennero il 4 settembre nella chiesa palermitana di San Domenico. In quel momento, in tanti protestarono contro i politici presenti, colpevoli di aver lasciato solo il generale. Solo il Presidente della Repubblica Sandro Pertini fu risparmiato dalle contestazioni. La figlia Rita Dalla Chiesa pretese che fossero immediatamente tolte di mezzo le corone di fiori inviate dalla Regione Siciliana. Sul feretro del padre furono deposti il tricolore, la sciabola, il berretto della sua divisa da Generale con le relative insegne e la sciarpa.
Dove è sepolto
La salma del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa si trova nel Cimitero della Villetta, a Parma. Nel 2020, Rita Dalla Chiesa ha fatto notare come la tomba del generale sia stata dimenticata dall'amministrazione comunale: "All’interno del cimitero c’è una piantina con indicate le posizioni delle tombe dei personaggi che si ritiene debbano essere omaggiati. Sono altresì stati confezionati diversi opuscoli con percorsi tematici. Uno di questi si intitola ‘Gli eroi della memoria’. In nessun luogo è indicata la tomba di nostro Padre. Ho ripetutamente scritto al Sindaco e alla società di gestione del cimitero".
Chi è stato condannato per l'omicidio del Generale Dalla Chiesa
Furono condannati all'ergastolo per l'omicidio del generale Dalla Chiesa e per quello di sua moglie dell'autista i mandanti: i boss Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Pippo Calò, Bernardo Brusca e Nenè Geraci. Nel 1992, il collaboratore di giustizia Tommaso Buscetta ruppe il silenzio dopo otto anni e raccontò che i boss Stefano Bontate e Gaetano Badalamenti gli avevano riferito che Giulio Andreotti avrebbe chiesto a Cosa Nostra di uccidere il generale Dalla Chiesa "perché conosceva segreti connessi al caso Moro e suscettibile di infastidire seriamente Andreotti". Nel 2002 sono stati condannati in primo grado, quali esecutori i seguenti affiliati: Vincenzo Galatolo e Antonino Madonia, entrambi all'ergastolo, Francesco Paolo Anzelmo e Calogero Ganci a 14 anni di reclusione ciascuno.
In cosa consiste il metodo Dalla Chiesa
Il metodo di lavoro del generale noto anche come "Metodo Dalla Chiesa" consisteva nel basarsi non solo su metodi di indagine vecchio stampo, ma anche attraverso la collaborazione tra i vari reparti e le varie forze dell'ordine. Un approccio interdisciplinare inedito che ha portato anche nel saper aspettare il momento opportuno per piazzare "il colpo", cioè l'arresto. Allargare il più possibile il volume delle indagini, riusciva quindi a venire a capo del contesto e non soltanto del singolo episodio.