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La storia di Ema Stokholma, l’infanzia difficile per la madre violenta e la rinascita in Italia

Ora conduttrice e speaker radiofonica, Ema Stokholma ha alle spalle un passato traumatico: la madre la picchiava quotidianamente quando era poco più che una bambina, tanto da sperare che morisse. Il fratello Gwendal era l’unico testimone della violenza. A 15 anni la fuga da casa e il tentativo (fallito) di ricucire il rapporto con il padre.
A cura di Elisabetta Murina
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Conduttrice radiofonica e televisiva, in passato modella, scrittrice e anche ballerina a Ballando con le Stelle. Ema Stokholma, pseudonimo di Morwenn Moguerou, negli anni sta trovando la sua strada. Francese d'origine ma naturalizzata italiana, ha alle spalle un difficile passato che ha scelto di raccontare pubblicamente nel suo libro, Per il mio bene. Quando era poco più che una bambina, la madre la picchiava ogni giorno e la insultava, tanto da volerla morta. Anni e ricordi terribili a cui ha deciso di dire basta quando aveva 15 anni, scappando a Roma dal padre, fino a quel momento pressoché assente. In Italia poi un nuovo inizio, prima come modella e poi come speaker radiofonica.

L'infanzia difficile con una "madre mostro"

Ema Stokholma ha vissuto un'infanzia difficile, fatta di violenza e insulti da parte della madre dalla quale non si è mai sentita amata. Una donna travolta dal dolore generato da un abbandono, che ha trasformato i suoi figli nel bersaglio della propria rabbia. "I miei primi ricordi sono violenti. Non ricordo un abbraccio, un sorriso, una pacca sulla spalla. Mi ricordo solo botte, insulti e umiliazioni. Mia madre era incinta quando mio padre se ne è andato. Il dolore, la disperazione e la solitudine l'hanno fatta impazzire", ha raccontato la conduttrice nel 2021, ospite del programma Venus di Lorella Boccia.

Ema Stokholma
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Ema ha raccontato anche che la madre aveva "molti problemi mentali", ma non ha mai ricevuto nessuno tipo di aiuto psicologico: "Tornavo a casa e ci picchiava. Credo che lei non stesse bene. Non c'è mai stato nessun aiuto psicologico e nessuna diagnosi". La violenza subita era talmente forte che Ema ha più volte pensato di stare per morire, come ha poi raccontato nel suo stesso libro, scritto anche per esorcizzare tutto il dolore subito: "Mi metteva la testa sotto l’acqua, nel water, mi incitava a suicidarmi. Mi è capitato che mi portasse su un ponte dicendomi di buttarmi da sola altrimenti lo avrebbe fatto lei”.

Il rapporto con il fratello Gwendal e l'assenza del padre

Con Ema Stokholma, ad affrontare le stesse umiliazioni e violenze da parte della madre, c'era anche il fratello Gwendal, con cui il rapporto si è creato solo quando sono diventati adolescenti. La prima volta che hanno affrontato insieme l'argomento, ripercorrendo la loro infanzia, la conduttrice aveva 17 anni. Fu anche la prima volta in cui si sentì davvero compresa, anche perché il fratello era stato l'unico testimone di tutto quello che era successo in casa. Una comprensione che Ema non trovò invece dal padre, figura assente, con il quale cercò di ricucire un rapporto ma senza mai riuscirci davvero: "Ho provato a raccontare a mio padre ma c'è poco ascolto quando ci sono storie del genere. Se tu non entri nei particolari, la gente non capisce. Non distingue. Ed è difficile raccontarlo". 

Ema Stokholma scappa di casa: la nuova vita in Italia

A 15 anni Ema Stokholma ha deciso di fuggire dalla sua casa in Francia e partire per l'Italia, verso Roma, alla ricerca del padre che l'aveva abbandonata e con il quale aveva cercato di costruire un rapporto. "Sono scappata dalla mia casa in Francia e venuta in Italia per conoscere mio padre. É stato un viaggio difficile ma non lo dimenticherò mai. Non voglio sembrare vittima", ha raccontato a proposito di quei momenti.

Ema Stokholma
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Una volta arrivata nella Capitale però il padre le ha quasi chiuso la porta in faccia e così ha deciso di voltare pagina e iniziare una nuova vita: "Arrivata a Roma, gli dissi che sarei rimasta ma non si poteva costruire un rapporto equilibrato, quindi ho cominciato a fare la mia vita. Avere lo stesso sangue e non riuscire ad andare d’accordo è ancora peggio". 

Il lavoro come dj e speaker e il debutto in televisione

Arrivata in Italia riesce ad entrare nel mondo della moda, diventando modella per brand come Dolce e Gabbana, Fendi e Valentino. Dalle passerelle passa poi al mondo della musica: diventa deejay e si esibisce in vari locali italiani ed europei, cambiando il suo nome in Ema Stokholma, lasciandosi ispirare dalla canzone Stoccolma di Rino Gaetano. Nel 2013 il debutto in televisione: conduce l'aftershow degli MTV Italian Awards e nello stesso anno partecipa a Jump! Stasera mi tuffo con Andrea Delogu. Due anni dopo è speaker radiofonica per Rai Radio 2. Nel 2018, per Radio 2, conduce prima la diretta del Festival di Sanremo, insieme a Castaldo e Delogu, poi a distanza di due mesi la finale dell'Eurovision Song Contest con Carolina Di Domenico.

Ema Stokholma
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Per il mio bene, il libro autobiografico che racconta la sua storia

Nel 2020 Ema Stokholma ha pubblicato il libro Per il mio bene, edito da Harper Collins, in cui per la prima volta ha raccontato la sua storia e la sua infanzia, quando il suo nome era ancora Morwenn Moguerou. La deejay ha ripercorso gli anni in cui la madre la picchiava e insultava, passati a casa in Francia insieme al fratello. Poi la fuga a  15 anni in Italia alla ricerca del padre, per iniziare un nuovo capitolo della sua vita.

“Non sei mai al sicuro in nessun posto”, questo ha imparato Morwenn, una bambina di cinque anni. Perché Morwenn ha paura di un mostro, un mostro che non si nasconde sotto il letto o negli armadi, ma vive con lei, controlla la sua vita. Un mostro che lei chiama “mamma”.

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