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La storia di Amerigo Dumini, il capo della squadra che uccise Giacomo Matteotti

Amerigo Dumini fu l’esecutore materiale del delitto Matteotti, un atto che segnò la trasformazione del fascismo in dittatura. Nella serie Sky e NOW, M. Il figlio del secolo, il personaggio dello squadrista è interpretato da Federico Majorana.
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Amerigo Dumini emerge dalle pagine di storia come il capo del gruppo di sicari che eseguì uno dei delitti più efferati del regime fascista. Era a capo di un'unità della cosiddetta "Ceka", un'organizzazione criminale creata su volere di Mussolini, finanziata da Marinelli e Rossi, e protetta dal capo della polizia De Bono. Questa struttura segreta aveva il doppio scopo di raccogliere informazioni e di eseguire azioni violente contro gli oppositori del regime. Nella serie tv Sky M. Il figlio del secolo, tratta dai romanzi di Antonio Scurati, il personaggio di Amerigo Dumini è interpretato da Federico Majorana.

La storia di Amerigo Dumini

Amerigo Dumini era nato negli Stati Uniti, ma crebbe a Milano. Come tanti tra le camicie nere, anche lui aveva fatto parte dei reduci della prima guerra, la cosiddetta "vittoria mutilata". Rancore, frustrazione per il mancato riconoscimento di quanto ottenuto in battaglia furono di fatto alla base del mito politico che portò questi reduci a unirsi nella base culturale-ideologica del fascismo.

Il Delitto Matteotti e il coinvolgimento diretto di Amerigo Dumini

Il 10 giugno 1924, Dumini guidò il gruppo di cinque sicari che rapì il deputato socialista Giacomo Matteotti poco dopo che questi era uscito di casa. La vittima fu costretta con la forza a salire su un'automobile. Durante il tragitto, Matteotti venne accoltellato a morte. Il corpo fu poi occultato in un bosco nella località Quartarella, a circa venti chilometri da Roma. L'auto utilizzata per il rapimento, come emerge dalle indagini, era stata procurata da Filippo Filippelli, direttore del "Corriere Italiano". Il veicolo fu poi ritrovato con i vetri rotti, segni di colluttazione e macchie di sangue nel sedile posteriore, dove era avvenuto l'omicidio. Dumini fu arrestato quella stessa sera, verso mezzanotte, alla stazione di Roma. Il caso provocò un terremoto politico: durante le indagini emerse che la "Ceka" era stata costituita dai dirigenti del partito fascista come organismo segreto "allo scopo tanto di informazione segreta quanto di sorveglianza sugli avversari politici e di protezione dei locali del fascio e dei dirigenti il partito, compreso qualche atto di violenza quando occorreva". 

Le opposizioni si convinsero del coinvolgimento diretto di Mussolini nel delitto. Il Duce si mostrò addolorato in pubblico, definendo il delitto "un'opera diabolica" orchestrata da un suo nemico. Nonostante questo, tra le opposizioni si diffuse la convinzione che fosse coinvolto sia nel rapimento che nell'uccisione di Matteotti. Dumini fu quindi centrale nella storia fascista: fu l'esecutore materiale del delitto Matteotti e quest'atto segnò di fatto la trasformazione del fascismo in dittatura, da movimento squadrista a regime totalitario.

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