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La Russia pronta a mandare Steven Seagal in guerra contro l’Ucraina: “Morirei per Putin”

Steven Seagal giura fedeltà alla Russia e si è detto “disposto a morire per Putin”. Il presidente dei Veterani di Russia gli offre un ruolo in guerra: “Tutto il supporto necessario in caso decidesse di prendere parte all’operazione speciale”.
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Steven Seagal giura fedeltà alla Russia. Non è un mistero che l'attore esperto di arti marziali sia legato alla causa di Vladimir Putin in virtù di una grande amicizia che li lega. Si è detto "disposto a morire per lui" e Mosca sarebbe intenzionata ad arruolarlo come uomo immagine per la guerra contro Kiev. L'attore, oggi 72enne, è cittadino russo dal 2016 e ha più volte svolto ruolo di insegnante di arti marziali e motivatore per i corpi speciali russi. Scendere in guerra per loro sarebbe l'ultimo clamoroso atto di un legame che sembra inscindibile.

Il documentario "In nome della giustizia"

Nel documentario "In nome della giustizia", Steven Seagal sostiene l'invasione della Russia in Ucraina. Ha visitato tutti i territori occupati dalle forze armate russe ed è stato anche nella città di Mariupol. Steven Seagal ha firmato una lettera aperta a Putin che si vede nella clip del documentario: "Ora vedremo quali sono i nostri compatrioti e i nostri amici e quali sono i nostri nemici. Io sarò sempre dalla parte del mio presidente e combatterò al sul fianco. Sono pronto a morire se necessario". Un'offerta accolta positivamente dal partito dei Veterani di Russia. Il presidente Ildar Reziapov ha praticamente "arruolato" l'attore: "Vorremmo offrirle tutto il sostegno necessario in caso decidesse di prendere parte all'operazione speciale".

Steven Seagal ha interrotto ogni rapporto con gli Stati Uniti

Trappola in alto mare, Duro da uccidere, Nico, Giustizia a tutti i costi, Trappola sulle montagne rocciose, Programmato per uccidere. Sono solo alcuni dei titoli di maggiore successo che Steven Seagal ha prodotto negli action movie americani. Ma ormai l'attore ha voltato le spalle agli Stati Uniti. Cittadino russo dal 2016, si è trasferito stabilmente lì e ha interrotto ogni rapporto con gli Usa diventando il megafono di Putin.

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