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Keira Knightley: “Lasciai la scuola a 16 anni per lavorare, senza laurea mi hanno fatto sentire stupida”

Una laurea in Storia, è quanto sogna l’attrice Keira Knightley, ricordando i motivi che la spinsero a lasciare la scuola quando aveva appena 16 anni: “Fioccavano le proposte di lavoro, sapevo che certi treni passano solo una volta”.
A cura di Stefania Rocco
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Non si è mai laureata per una serie di buoni motivi ma oggi Keira Knightley sogna di recuperare gli studi che si vide costretta a interrompere quando aveva appena 16 anni. È l’attrice a dichiararlo in un’intervista a Vanity Fair, rivelando il sogno di laurearsi in Storia a distanza di anni dal momento in cui, per inseguire la sua passione per la recitazione, decise di abbandonare gli studi. “L’ho fatto in un momento in cui fioccavano proposte di lavoro di altissima qualità. Vengo da una famiglia di attori: eravamo tutti consapevoli che certi treni non passano due volte. Così ho pensato: ora sfrutto queste opportunità e, subito dopo, mi rimetto a studiare. Quel dopo, però, non è mai arrivato. Se mi sono pentita? Certo che sì”, racconta l’attrice, senza nascondere la delusione legata al fatto di non essersi mai rimessa a studiare.

Keira Knightley e la dislessia: “Al liceo facevo fatica”

Quando le chiedono perché sogni di laurearsi oggi, alla soglia dei 40 anni, l’attrice dimostra di avere le idee chiare: “Innanzitutto perché senza il ‘pezzo di carta’ la gente spesso ti fa sentire stupida. E tu non hai niente in mano per dimostrare che, in realtà, un cervello ce l’hai. E poi credo che l’università sia il periodo in cui i ragazzi possano esercitarsi a fare gli adulti, prima di diventarlo per davvero. Io questa chance non l’ho avuta”. Non è un mistero, inoltre, che per Knightley il percorso scolastico sia stato in salita per cause indipendenti dalla sua volontà. Come accaduto a sua figlia diversi anni più tardi, da giovanissima le fu diagnosticata una forma di dislessia. “Solo da un certo punto in avanti”, risponde quando le chiedono se a scuola abbia faticato più degli altri, “Quando ero bambina la Gran Bretagna aveva degli ottimi istituti pubblici perché il governo investiva: vantaggio non da poco per le persone dislessiche. I miei primi anni li ricordo bellissimi. Poi sono andata alle superiori, un liceo grande, pieno di persone. Lì ho fatto fatica. Odiavo essere considerata ‘quella stupida’. Studiavo come una pazza per superare i miei limiti. Oggi mi interrogo se quell’ostinazione sia stata una cosa positiva o meno”.

Anche la figlia di Keira Knightley è dislessica

La dislessia è una diagnosi che condivide con la figlia maggiore, Edie. Si tratta di un disturbo dell’apprendimento per superare il quale oggi l’attrice dispone degli strumenti necessari: “Sono in contatto con un sacco di ragazzini dislessici: hanno un cervello a dir poco interessante. Semplicemente, funziona in maniera diversa. Quindi mi domando se costringerli a imparare con un metodo che chiaramente non è stato messo a punto per loro sia un bene. Non esistono altre tecniche di insegnamento? Non ho risposte ma, considerando quanti dislessici lavorano negli ambienti creativi, mi viene da pensare che forzarli a ragionare come gli altri potrebbe portarli a perdere parte del loro potenziale”.

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