Jasmine Trinca: “Anch’io ho subito molestie. Il sistema reintegra gli abusatori, anche nei ruoli di potere”
Quando il fenomeno MeToo ha investito il mondo del cinema americano, Jasmine Trinca è stata tra le attrici che in Italia maggiormente si sono dedicate a promuovere il contrasto alla cultura dell’abuso. In prima linea con Dissenso Comune (il MeToo italiano), ha investito sul tema tempo ed energie, determinata a fare in modo che anche l’Italia fosse investita dal vento del rinnovamento che a lungo si è percepito nel mondo. Le cose non sono andate come Trinca sperava. Salvo qualche caso eccellente – come accaduto per la condanna esemplare ricevuta da Harvey Weinstein – il mondo del cinema e non solo sono tornati a funzionare come in passato, senza grossi sconvolgimenti. “Ogni donna è libera di parlare coi propri tempi e le proprie modalità e questo richiede massimo rispetto. La presa di parola collettiva certamente è quello che sarebbe auspicabile e la stampa, la società dovrebbero sostenere il coraggio delle donne e non mettere in discussione la loro parola. Invece il sistema reintegra sempre gli abusatori: continuano a lavorare e a esercitare il potere, anche ad alti livelli”, dichiara oggi l’attrice in un’intervista a Vanity Fair, analizzando quanto accaduto in Italia. Il sentimento che la pervade, ammette, è quello della rabbia a causa di quanto in Italia non sta accadendo, a differenza di quanto accade all’estero:
Mi prende proprio in un momento in cui ribollo, perché appunto in Francia le cose si muovono e da noi no. Pare che usciranno nomi grossi dopo che Judith Godrèche ha denunciato il regista Benoît Jacquot di averla stuprata e molte donne hanno fatto il nome di Depardieu. Ho trovato imbarazzante che Macron si sia affrettato a difenderlo.
Jasmine Trinca: “Ho subito molestie come il 90% delle donne”
Quando le chiedono se abbia mai subito molestie, l’attrice risponde: “Certo, come il 90 per cento delle donne. È successo diverse volte, quando ero giovane. Molestie fisiche e verbali. Oggi avrei tutt’altra capacità di reazione, e sono in un’altra posizione, non ci sarebbe più squilibrio di potere, ma all’epoca, la consapevolezza era diversa, in me e anche forse nel contesto culturale. Il tratto che accomuna spesso queste situazioni è che non percepisci subito quel comportamento come un abuso, anche se lo è e fino in fondo. È una cosa di cui l’abusante si approfitta. Quando le altre hanno cominciato a parlare, mi sono riconosciuta nelle loro parole, nelle loro storie. Sono situazioni più ambigue rispetto a essere aggredite in un vicolo da uno sconosciuto. È raggelante”.
Jasmine Trinca: “I nomi? Oggi è tardi per denunciare”
Quanto alla scelta di non fare i nomi dei suoi abusatori, l’attrice spiega le sue ragioni. Ragioni che la accomunano a migliaia di altre donne che sono state nella sua stessa posizione: “Perché all’epoca dei fatti non ho capito fino in fondo cosa mi accadeva ed è stato solo dopo che ho preso coscienza. Oggi è troppo tardi per fare le denunce. Ma io lo racconto perché altre donne possano riconoscersi e mi interessa farne un discorso politico, denunciare un sistema. Io non ho nessun timore. Venissero da me a dirmi qualcosa: ma non verranno”.