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Italiano vincitore di MasterChef Israele: “Resto a Tel Aviv nonostante la strage fatta da Hamas”

Massimiliano Di Matteo, 47 anni, vinse MasterChef Israele nel 2015. Ora vive nei pressi di Tel Aviv insieme alla moglie israeliana e ai loro quattro figli.
A cura di Daniela Seclì
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A sinistra Massimiliano Di Matteo ai tempi della vittoria di MasterChef Israele
A sinistra Massimiliano Di Matteo ai tempi della vittoria di MasterChef Israele

Massimiliano Di Matteo è lo chef abruzzese che nel 2015 ha vinto MasterChef Israele. Attualmente vive nei pressi di Tel Aviv insieme alla moglie israeliana e ai loro quattro figli. Contattato da Lapresse ha spiegato che nella giornata di ieri si è svegliato "al suono dei razzi". Nonostante i recente accadimenti in Israele, per il momento non ha intenzione di rientrare in Italia.

L'italiano Massimiliano Di Matteo vinse MasterChef Israele nel 2015

Massimiliano Di Matteo, che oggi ha 47 anni, ha raccontato di avere scelto Israele come la sua nuova casa per amore di sua moglie. Così, gli è stato chiesto se dopo l'attacco di Hamas stia meditando di tornare in Italia. La replica dello chef è stata:

La mia vita ormai è qua. Anzi, la nostra vita. Mia moglie è di Gerusalemme, è nata lì ed è cresciuta lì. È molto attaccata alla sua terra. Mi ha portato in Israele e io sono molto contento di essere in questo paese meraviglioso con i nostri 4 figli. Dall’Italia quante persone mi dicono di tornare nel mio paese di origine e andarmene da qui, ma qui noi abbiamo costruito la nostra vita. Andarmene, oggi, nonostante quanto accade da ieri, non è un pensiero concreto.

La vita del 47enne dopo l'attacco di Hamas a Israele

Massimiliano Di Matteo ha raccontato come è cambiata la sua vita in queste ore, a seguito dell'attacco di Hamas a Israele: "Restiamo rintanati in casa. Ieri mi sono svegliato attorno alle 6.30, dieci minuti prima dell’orario della sveglia puntata alle 6.40 e mi sono svegliato di soprassalto con un botto. In sottofondo le sirene, non quelle della zona in cui abito io. Ma a quell’ora del mattino presto si sentono anche se arrivano da lontano". Così, ha cercato di reperire informazioni accendendo la TV e poi consultando i social. Ma nell'immediato non ha trovato nulla: “Allora ho pensato ‘Ecco ci risiamo’. Questa è una situazione a cui non ci abitueremo mai al 100%, però ai missili ci abbiamo quasi fatto il callo. Penso a chi vive vicino alle zone circostanti Gaza, a quanto sia pesante". E ha continuato:

Ieri notte alle 22 ho sentito la seconda sirena della giornata provenire dalla mia zona e col buio si sono visti i bagliori che venivano dalle zone lontane. Dovevamo partire per fare un viaggio a nord di Israele, al confine con il Libano. Invece, dopo due settimane di feste ebraiche, è stato un sabato chiusi in casa con mia moglie e con i miei quattro bambini.

Di Matteo, sempre riguardo all'attacco di Hamas, ha commentato "è una strage" e ha rimarcato "il numero spaventoso di morti e di civili rapiti": "Ho sentito padri di famiglia che raccontavano ‘mia moglie, i miei figli e mia suocera sono stati portati via'. Una coppia di miei amici milanesi che abita a Tel Aviv mi ha raccontato che ieri un missile è entrato dentro un palazzo, tre piani sotto quello dove vivono. Hanno la casa distrutta. Sono andato oggi ad aiutarli a trasportare ciò che resta delle loro cose”.

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