Incoronata Boccia e l’aborto paragonato a un delitto: “Ho detto la mia verità”
"Stiamo scambiando un delitto per un diritto". Le parole di Incoronata Boccia, vicedirettrice del Tg1, nella trasmissione Chesarà a proposito dell'aborto hanno scatenato polemiche sia all'interno della Rai che nella politica. A sinistra, Sandra Ruotolo del Pd, l'accusa di non "rivestire il ruolo di dirigente del servizio pubblico, cioè di chi deve rappresentare le opinioni di tutti". Fratelli d'Italia, invece, attacca l'opposizione, tacciandola di ipocrisia: "schierati solo a parole". Boccia comunque rivendica la sua posizione su La Stampa: "Ritengo di aver detto la mia verità. Non intendevo condannare, insultare o mettermi su un piedistallo a impartire insegnamenti di virtù o di giusto o sbagliato".
"Mi aspettavo questo putiferio"
Dopo le dichiarazioni sull'aborto nella trasmissione di Serena Bortone, Incoronata Boccia ammette di essere finita in una bufera difficilmente gestibile, ma di "aver esercitato la verità con coraggio". Non si dice sorpresa del putiferio: "È un tema sensibile, del quale è scomodo parlare ma non volevano essere parole di accusa nei confronti di nessuno". Boccia non si pente della propria posizione:
Ritengo di aver detto una cosa per la quale mi posso guardare allo specchio. Ritengo di aver detto la mia verità. Non intendevo condannare, insultare o mettermi su un piedistallo a impartire insegnamenti di virtù o di giusto e sbagliato. Le mie parole sono state chiare e nette rispetto a un principio. Sono una giornalista, racconto i fatti: per me l'aborto è interruzione di un'altra vita.
La vicedirettrice del Tg1 non vuole essere considerata "una nemica dei diritti delle donne", affermando che non è "rendendo questa scelta semplice come bere un bicchier d'acqua" oppure "considerandola un esercizio di libertà" che la si rende meno dura.
"Non definirei mai una donna un'assassina"
Incoronata Boccia non definirebbe mai una donna un'assassina: "Lungi da me giudicare storie e persone. Nei confronti delle donne esprimo solidarietà e compartecipazione, non entro nei drammi umani o nelle scelte libere anche serende delle persone". Sull'ipotesi di prendere in considerazione l'aborto anche in caso di stupro, risponde: "Non entro nel merito delle scelte, so che cosa farei io ma non so che cosa farebbe un'altra donna".