Il regista iraniano Mohammad Rasoulof, vincitore a Berlino 2020, arrestato per le critiche al regime
Il regista iraniano Mohammad Rasoulof è stato arrestato in Iran, insieme al collega film-maker Mostafa Al-Ahmadm con il quale è stato portato in una località che non è stata resa nota, a seguito delle continue critiche al regime vigente nel suo paese. Due anni fa aveva vinto l'Orso d'oro al Festival di Berlino con il film "Il male non esiste", ma gli fu impedito dal governo di allontanarsi per ritirare il premio.
I motivi dell'arresto
Rasoulof era stato accusato di propaganda contro il sistema a causa delle sue opere cinematografiche ritenute provocatorie, perciò una volta rientrato in Iran nel 2017, gli era stato vietato di girare film e di lasciare il Paese, inoltre era stato condannato anche ad un anno di reclusione, ma era in corso un appello per ridiscutere la condanna, prima che fosse nuovamente arrestato. L'intervento dello Stato, stavolta, secondo quanto riporta l'Associated Press, dipende da alcuni post pubblicati dal regista e dal collega Mastafa Al-Ahmadm, inerenti alle violenze della polizia sul popolo.
Censurato dall'inizio della sua carriera
L'arresto è stato condannato da Kaveh Farnam e Farzad Pak, i produttori di Rasoulof, i quali tramite un appello su Twitter hanno rivelato che il regista e il film maker sono stati confinati in luogo sconosciuto. È interessante sottolineare come, in realtà, nessuno dei film del cineasta 50enne sia mai stato proiettato in Iran, a causa delle censura, nonostante la sua carriera sia iniziata nel 2002. Le sue opere, infatti, sono apprezzate all'estero, come dimostra la vittoria di due anni fa alla Berlinale. Il film raccontava quattro storie in cui si affrontavano tematiche importanti come la pena di morte, la repressione, la colpa e la capacità di prendere una posizione ben definita, in uno di questi racconti era stato utilizzato anche il brano "Bella ciao", cantato perlopiù in italiano.