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Il messaggio commovente di John Travolta per Bruce Willis: “Sei un’anima buona”

Tra i due attori c’è un trentennale rapporto d’amicizia, oltre ad aver condiviso set importanti, tra tutti quello di Pulp Fiction, film cult di Quentin Tarantino che ha contribuito a rilanciare le carriere di entrambi.
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John Travolta ha pubblicato un messaggio su Instagram per Bruce Willis, dopo l'annuncio del suo ritiro a causa dell'afasia, una malattia che non gli consente più di memorizzare le battute di un copione, oltre a dargli problemi di articolazione della parola. Tra i due attori c'è un trentennale rapporto d'amicizia, oltre ad aver condiviso set importanti, tra tutti quello di Pulp Fiction, film cult di Quentin Tarantino che ha contribuito a rilanciare le carriere di entrambi.

Il messaggio di John Travolta

John Travolta ha scritto un messaggio molto toccante per l'amico Bruce Willis, che purtroppo non potrà più recitare, costretto a ritirarsi troppo presto, appena a 67 anni: "Bruce e io siamo diventati grandi amici quando abbiamo condiviso due dei più grandi successi insieme, Pulp Fiction e Senti chi parla. Anni dopo lui mi disse: "John, voglio solo che tu sappia che tutto quello che ti succede di buono, è come se fosse lo stesso per me". Questo vi spiega quanto è generoso, che anima buona è. Ti amo Bruce".

L'afasia di Bruce Willis

L'afasia è un disturbo del linguaggio che limita la capacità di esprimersi e di parlare, leggere e scrivere. È una malattia che colpisce oltre 250mila persone solo in Italia e negli Stati Uniti sono più di un milione le persone che ne sono affette. L'afasia si divide in due tipologie, recettiva ed espressiva. L'afasia recettiva o di Wernicke si manifesta con mancata comprensione di parole e riduzione dei sensi. L'afasia espressiva o di Broca colpisce la capacità di espressione e comprensione. Generalmente in tutte le forme di afasia si sviluppa l'anomia, ovvero l'incapacità di nominare gli oggetti. Poi c'è l'afasia di conduzione dove i pazienti non sono in grado di ripetere ciò che ascoltano. Nei casi peggiori l'afasia può essere globale, con la completa perdita delle capacità linguistiche.

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