Il medico accusato della morte di Matthew Perry ammette le sue colpe in tribunale, rischia fino a 10 anni di carcere
Venerdì 30 agosto è comparso in tribunale a Los Angeles Mark Chavez, uno dei due medici accusati di avere concorso alla morte di Matthew Perry, attore e star della serie tv Friends ritrovato privo di vita nella vasca da bagno della sua casa a Pacific Palisades. Chavez, nell’ambito di un accordo di patteggiamento, si è presentato in tribunale per rispondere dell’accusa di avere prescritto all’attore dosi sempre crescenti di ketamina approfittando della sua disponibilità economica. Rilasciato dietro il pagamento di una cauzione di 50mila dollari, resta in attesa del processo che lo vedrà rischiare fino a 10 anni di reclusione.
Le accuse rivolte a Mark Chavez, medico di Matthew Perry
Tra le accuse mosse a Chavez c’è quella di avere somministrato dosi sempre crescenti e pericolose di ketamina all’attore.L’uomo, un 54enne originario di San Diego, ha ammesso di essersi procurato l’anestetico chirurgico venduto a Matthew Perry sottraendolo dalla sua ex clinica e attraverso una prescrizione falsa presentata presso un distributore di farmaci all’ingrosso. Chavez è, in ordine di tempo, la terza persona a dichiararsi colpevole per la morte dell’attore, deceduto in seguito a una overdose il 28 ottobre scorso.
Tutti gli imputati nel procedimento aperto in seguito alla morte di Matthew Perry
Ad essersi assunto le proprie responsabilità anche un conoscente dell’attore che ha ammesso di avere agito da corriere e intermediario affinché Perry potesse procurarsi la droga e l’assistente di Perry, Kenneth Iwamasa, che ha ammesso di avere aiutato l’attore a procurarsi e iniettarsi ketamina il giorno della morte. I tre stanno collaborando con gli inquirenti al fine di ottenere l’incriminazione dei due principali imputati nell’ambito del procedimento aperto in seguito alla morte dell’uomo: il dottor Salvador Plasencia, sospettato di avere messo in piedi un articolato sistema finalizzato a “spennare” Perry attraverso la vendita di ketamina e Jasveen Sangha, la "regina della ketamina" che avrebbe spacciato all’attore la dose rivelatasi letale. Entrambi si sono dichiarati non colpevoli.