Il fratello di Roberto Brunetti: “È morto di infarto, pesava 130 chili. Overdose? Solo infamie”
È ancora giallo sulla morte di Roberto Brunetti detto Er Patata, trovato morto nella sua casa di Roma lo scorso 3 giugno. Il corpo senza vita è stato trovato coperto da un lenzuolo. In casa tracce di cocaina e due bustine di hashish. Mentre si ipotizza la morte per overdose, il fratello Daniele Brunetti di tre anni maggiore è intervenuto in diretta a Pomeriggio Cinque per smentire ogni accusa: "Roberto non era così dipendente dalla droga come vogliono farlo passare".
Daniele Brunetti spiega i motivi della morte del fratello
L’attore è stato trovato senza vita intorno alle 22.30 di venerdì 3 giugno nel suo appartamento di via Arduino, dove abitava. Le tracce di sostanze stupefacenti ritrovate in casa hanno fatto da subito ipotizzare la morte per overdose. Non è escluso che Brunetti possa aver assunto cocaina tagliata male e che, dopo essersi steso sul letto, sia morto nel sonno. Quella del fratello Daniele è tutt'altra versione, come ha raccontato a Barbara d'Urso in collegamento:
Sul posto c’era la scientifica, ci hanno spiegato di aver trovato dell’hashish. Ci hanno detto che non c'erano tracce di cocaina, che è morto nel sonno. Gli è venuto un infarto perché pesava 130 chili, era diabetico, si era operato all’anca e al ginocchio. Quest’inverno era stato ricoverato per il Covid allo Spallanzani perché non riusciva a respirare. Trascurava la sua salute. Diceva che aveva spesso dolori al petto, ero preoccupato. Può essersi fatto qualche spinello, ma per lui non era un culto. Quelle che hanno detto sono infamie.
Il ritrovamento del cadavere
È un racconto drammatico quello di Daniele Brunetta, fratello dell'atto che lascia non soltanto una figlia di 9 anni, ma una famiglia numerosa alle spalle. Nonostante i rapporti fossero blandi, i suoi due fratelli sono sempre rimasti presenti nella sua vita anche nei momenti di difficoltà economica e di salute. "Mi ha chiamato l’ex compagna verso l’ora di pranzo chiedendomi se l’avessi sentito", racconta il fratello. "Non avevo sue notizie. Ho chiamato nostro fratello più grande, nemmeno lui sapeva nulla, così è andato a casa di Roberto a controllare. Pur bussando alla porta non apriva. Volevo far sfondare la porta, ma per lui era eccessivo, mi ha detto di stare tranquillo. Verso le 9 di sera mi ha richiamato dicendomi che Roberto era morto. Dal dolore mi veniva da rigettare, sono corso a Roma".