
Il caso Lacerenza. Con un cognome così, suona già come un titolo di un noir, un hardboiled. Perché, in fondo, di questo si tratta. Dovessimo spiegare a chi non c'è stato nell'ultima settimana quello che è successo, gli diremmo intanto di accendere la televisione, visto che i principali contenitori stanno trattando l'argomento, senza risparmiare morbosità. Poi gli diremmo che ci risiamo: il caso Lacerenza è la solita vecchia storia fatta di sesso, sangue e soldi.
Al posto del sangue, c'è la droga. E poi c'è un'altra cosa che, detta in italiano, comincia con la "s", lo sciampagne. A fiumi. Questa è la ricetta perfetta per una storia di Giorgio Scerbanenco e i protagonisti – Davide Lacerenza, la fidanzata da poco maggiorenne Clotilde, Stefania Nobile e Vanna Marchi, Filippo Champagne, Lucone – sembrano tutti spuntati fuori da Traditori di tutti o da I milanesi ammazzano al sabato.
Ecco perché la televisione ci si è fiondata a capofitto in questo fatto di cronaca che è stato per anni un racconto in tempo reale sui social network. L'adagio è sempre lo stesso: "Tutta Milano sapeva quello che faceva Davide Lacerenza, tutta Milano sapeva cosa accadeva in Gintoneria". Proprio perché Lacerenza aveva superato da tempo ogni inibizione, autoproclamandosi King di Milano e vivendo l'ebrezza di non sentirsi – come emerge dalle carte dell'ordinanza – mai in pericolo e mai in illecito.
Il servizio pubblico a caccia di scoop
Ieri sera, a Lo stato delle cose, Massimo Giletti si è tuffato a capofitto nel fango di questa storia per cercare di tirare un suo scoop. Come? Con l'aiuto di Moreno Pisto, direttore di MOW, e della presenza (in esclusiva e, quindi, pagata) di una delle escort "tra le più gettonate" secondo l'ordinanza: Dayana S. Q. La escort si sottopone a scena muta alle domande che Giletti e Pisto, da professorini con la penna rossa, le fanno in serie. Vogliono sapere Lacerenza come e quanto sniffava, chi pagava il conto, quali lenzuola si sgualcivano. Vogliono sapere di quello che nell'ambiente è noto con il nomignolo di "Lucone", il ricco ereditiere che secondo le carte ha bruciato più di mezzo milione di euro ma, secondo un audio che è stato fatto ascoltare proprio ieri sera, sarebbe almeno il doppio. Dayana S. Q., però, è reticente, è evasiva. Sembra quasi non volersi sottoporre al circo mediatico e Giletti si sbraccia, quasi a dire: "Che ci sei venuta a fare, qui?".

Le testimonianze a pagamento
Ieri sera hanno provato anche a fare le stesse domande a Filippo Champagne. Anche lui gira intorno alle cose, senza andare al cuore del racconto e senza pesare le parole. In sintesi, Filippo Champagne ha detto in una rete del servizio pubblico: "Tutta Milano pippa!". E grazie. Anche in questo caso, sarebbe interessante chiedere se la Rai ha pagato per avere dichiarazioni di questo tipo. Perché, anche nel caso di Champagne, era già tutto alla luce del sole, tutto raccontato sui social. Come il nome del suo manager, Il Kobra, un incallito scommettitore di cavalli, storico ex ultra dell'Inter già noto alle forze dell'ordine, protagonista delle storie Instagram del Filippo Champagne. Ce la vedete la Rai che chiama: "Buongiorno, signor Kobra, vorremmo offrire un'esclusiva al suo assistito, Filippo Champagne"? In questo mondo, è possibile. Le ovvietà di Filippo Champagne, infatti, al pari di quelle della signorina Dayana S.Q., sarebbero state pagate 2000 euro l'una.

Il circo mediatico al completo
Non c'è solo il servizio pubblico. Anche Striscia la Notizia sta sul pezzo. Da giorni, il tg satirico di Antonio Ricci prova a dire la sua con le intercettazioni presenti nell'ordinanza, allargando il campo e ricostruendo come la "Milano sushi e coca" sia attivissima, soprattutto consegnando la polverina bianca attraverso un semplicissimo servizio di delivery. Testimonianze esclusive, meno rilevanti, anche dalla redazione de Le Iene, che si è fiondata a modo suo sul personaggio. Per non parlare di Fabrizio Corona che in una puntata speciale di quasi un'ora di Falsissimo è arrivato persino a bussare alla finestra di Davide Lacerenza, realizzando mezzo milione di visualizzazioni in una notte. Corona ha fatto intervenire anche Asia Gianese, professione onlyfanser. Le dichiarazioni sono al semolino: "Alla Malmaison? Si giocava a scacchi e si stava nel chill". Peccato, però, che Fabrizio Corona mostri poi le foto di Asia Gianese tutt'altro che scacchista e tutt'altro che nel chill.

Lo specchio dei nostri vizi
Il caso Lacerenza piace e si fa seguire perché è sporco e perché è umano, anche se ha l'immagine distorta come la bocca del suo protagonista, sbalestrata, sboccata, sempre pronta a "nitrire" a favore di smartphone. Il caso Lacerenza è il nostro vizio riflesso nello schermo. Sesso, sangue e soldi: la santissima trinità del clamore. E finché ci sarà un microfono acceso e un euro da spendere, la storia si ripeterà. Basta evitare di fare i moralisti, altrimenti si rischia la figura degli ipocriti. Alla prossima puntata, signore e signori. Tanto lo sappiamo: non cambieremo canale.
