I figli di Silvio Berlusconi aspettano il testamento: c’è il 61.21% di Fininvest da dividere
Uno scenario interessante quello che si è dato ieri dopo l'assemblea degli azionisti di Fininvest, la prima dopo la morte di Silvio Berlusconi. Dividendi per 100 milioni accolti con grande soddisfazione, ma ricavi e utili in calo rispetto al 2021. C'è stata anche la conferma in blocco dei vertici. Il momento è importante, perché c'è grande attesa per l'apertura del testamento di Silvio Berlusconi. Testamento che, molto probabilmente, sarà aperto un giorno prima della presentazione dei palinsesti Mediaset, che si terranno il 4 luglio.
Il ricordo al Cavaliere
Fininvest, in un comunicato, ricorda che "nel 2022 le aziende del Gruppo Fininvest hanno saputo ottenere risultati di grande soddisfazione, pur in un contesto macroeconomico gravato da pesanti incertezze". L'assemblea si è aperta quindi con un "commosso ricordo del fondatore", rievocando "visione imprenditoriale, indole innovativa e le grandi doti umane". Confermati tutti i vertici: presidente Marina Berlusconi, a.d. Danilo Pellegrino, i consiglieri Adriano Galliani, Ernesto Mauri, Salvatore Sciascia e tre dei quattro figli Pier Silvio, Barbara e Luigi.
I figli di Silvio Berlusconi aspettano il testamento
Al momento, Fininvest è diviso tra Pier Silvio e Marina Berlusconi al 7.65% a testa; i figli di secondo letto, Barbara, Eleonora e Luigi, sono invece al 21.42% in tre. Quello che resta da capire è come sarà diviso il 61.21% di Silvio Berlusconi. E questo lo scopriremo soltanto quando sarà aperto il testamento. Sul Sole24Ore, Andrea Biondi scrive che:
La legge prevede che in assenza di coniuge e in presenza di più figli, si possa disporre liberamente di una quota pari a un terzo del patrimonio. I restanti due terzi rientrano nella cosiddetta quota di “legittima” e devono essere assegnati agli eredi in parti uguali. Ipotizzando che il principio venga applicato alla sola Fininvest, il pacchetto del 61% dovrà essere redistribuito ma con un 20,4%, libero dalla legittima. Su quella quota si gioca però, evidentemente, gran parte della possibiltà di avere meccanismi per garantire la continuità che vede Marina e Pier Silvio alla guida delle aziende “di famiglia” Mediaset-Mfe e Mondadori. L’apertura del testamento darà le risposte che mancano.