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Harvey Weinstein resta in carcere, respinto il ricorso e confermata la condanna per stupro

Respinto il ricorso presentato da Harvey Weinstein a seguito della sua condanna a più di vent’anni di prigione per l’accusa di stupro, ai danni di più donne. L’ex produttore cinematografico, quindi, rimane in carcere.
A cura di Ilaria Costabile
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È stata confermata dalla Corte d'Appello di New York la condanna per stupro ai danni di Harvey Weinstein, che si trova in carcere dal febbraio 2020, quando è stata emessa la sentenza. I legali del produttore avevano avanzato un ricorso perché costui riteneva che i giudici avessero pregiudicato il processo avallando testimonianze che non erano direttamente collegate all'accusa penale.

Respinto il ricorso del produttore

L'ex produttore cinematografico, si trova attualmente in carcere in California, aspettando la nuova fase del processo che lo vede come imputato per aver aggredito sessualmente cinque donne a Los Angeles e Beverly Hill, in un arco temporale che va dal 2004 al 2013. Intanto nel 2020, Weinstein a New York è stato giudicato colpevole per tre capi d'accusa su cinque. La Corte lo ha ritenuto responsabile delle violenze ad una sua assistente nel 2006 e ad una aspirante attrice nel 2013. A seguito della condanna è stato quindi portato in cella, dove è rimasto fino al trasferimento definitivo avvenuto qualche mese dopo la sentenza newyorkese. Il produttore aveva provato a presentare ricorso, ma la sua richiesta non è stata accolta dalla Corte d'Appello.

Le accuse contro Weinsetein

Le accuse di cui Weinstein è colpevole, rappresentano il fulcro del movimento MeToo, nato affinché le donne di sentissero libere di denunciare atti di violenza, non solo sessuale, nei loro confronti. Da quando scoppiò il caso mediatico ai danni dell'ex dirigente della Miramax, moltissime sono state le donne che lo hanno accusato, tra cui anche diversi personaggi noti, a cui si aggiungono ragazze con velleità d'attrici e anche altre che non rientravano nel mondo dello spettacolo. In più occasioni lui ha smentito le accuse e anzi, prima ancora che iniziasse il processo, sottolineò quanto si fosse prodigato nel suo lavoro per le donne:

Ho realizzato più film diretti da donne e incentrati sulle donne rispetto a qualsiasi regista e parlo di circa 30 anni fa. Non sto parlando di adesso, ora è di moda. Io l'ho fatto per primo. Ho aperto la strada. Tutto è stato distrutto a causa di quello che è successo. Il mio lavoro è stato dimenticato. Voglio che questa città (New York, ndr) riconosca chi ero invece di quello che sono diventato.

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