Giorgio Mastrota: “Non rimpiango di aver detto no alla tv, sono felice con Floribeth tra la natura”
Giorgio Mastrota è sempre stato per tutti l’uomo delle televendite. Anche quando avrebbe potuto continuare con la sua carriera in tv e approdare in conduzione a qualche programma però, lui ha scelto di rifiutare preferendo la vita privata che aveva costruito parallelamente al lavoro. Oggi vive a Bormio e, alla soglia dei 60, non potrebbe essere più felice. “Ancora oggi, quando entro negli studi di Cologno Monzese per girare una televendita, mi mettono sotto il naso un contrattino in cui c’è scritto artista. La cosa mi ha sempre fatto sorridere, perché è la stessa professione che attribuiresti a Picasso o Van Gogh. Diciamo che la dicitura professionista dello spettacolo, anche per i contratti, sarebbe più corretta".
Vent'anni di carriera nelle televendite
“È stato giusto aver rinunciato”, spiega al Corriere della sera. “Oggi ho quattro figli, io e Floribeth ci siamo finalmente sposati e abitiamo in mezzo alla natura. Io giro ancora le televendite e passo il tempo a leggere saggi di politica a italiana e internazionale, la mia passione”, racconta. Ha alle spalle oltre 20 anni nelle telepromozioni, iniziati con un curioso concorso di bellezza. “Gianfranco Funari, che era il presidente della giuria, mi chiama a partecipare con la garanzia che avrei vinto. Ero raccomandato”, racconta divertito. Poi è stato il tempo dei fotoromanzi, insieme a Federica Panicucci, e delle telenovele: “A Cologno cercavano una faccia italiana per le telenovelas sudamericane. Chiesero a me se parlassi spagnolo e risposi ‘Certo che lo parlo'. Non era vero”.
L'amore e la separazione da Natalia Estrada
La sua vita pubblica è stata indubbiamente segnata dal matrimonio con Natalia Estrada, che ha comportato poi una dolorosa separazione. “Ci siamo piaciuti, voluti, amati, sposati: tutto in una sequenza rapidissima, come una vampata che brucia una cosa dopo l’altra”, racconta al Corriere. "La fine del matrimonio fu un evento così clamò orso che finì nei titoli di coda del Tg5″, ricorda. Era il 1998. "Ma fu accelerata anche la sofferenza del post. Sai, quando una cosa la sanno tutti, esci di casa e ti arrivano parole di conforto da chiunque: il passante, l’edicolante, il macellaio. E passa prima”.