Gino Paoli: “Quelli di X Factor? Tutti al dopolavoro ferroviario”
"Sono l'ultimo dei rompipalle", ammette Gino Paoli in una brillante intervista rilasciata a "Chi", in edicola questa settimana. Si parla della carriera, dei momenti privati e si parla anche di ‘futuro', visto che il suo ultimo libro si chiama proprio "Cosa farò da grande. I miei primi 90 anni", un'autobiografia edita per Bompiani adesso in libreria. Si parla di X Factor: "Li porterei al dopolavoro ferroviario di Sampierdarena".
Le parole di Gino Paoli su X Factor
Gino Paoli spiega di non guardare i talent e di avere una sua cura particolare che potrebbe funzionare: "Io per la verità proprio non lo guardo, quando mi capita penso: ‘Ma se io li prendo, tutti, e li porto al dopolavoro ferroviario di Sampierdarena?'. Non è una battuta, non rida, l'ho fatto con Ornella (Vanoni, ndr), per fare la prova del nove, l'ho portata al circolo dei ferrovieri. Andò alla grande perché lei ingaggia, l'artista ingaggia e si misura, per davvero, però. Noi abbiamo avuto gli applausi e le abbiamo anche prese dal pubblico, ma questo ti dà la misura di te".
"Ho vissuto bevendo una bottiglia di whisky al giorno"
A proposito di trovare la misura di sé, Gino Paoli rivela anche il suo momento più duro: "Ho passato vent'anni bevendo una bottiglia di whisky al giorno, ho smesso, non so bene come, quando è nato il mio ultimo figlio, lì mi sono chiesto…vede se riesci a sopravvivere a te stesso, a un certo punto, ti devi chiedere chi sei. E non puoi cercare l'identità in posti dove non c'è, nella ricchezza, nei gadget, nei ruoli. Oppure nelle droghe e nelle pasticche. O infine nella violenza".
"Quando muore un amico, telefono a Dio"
"La vera ricchezza: gli amici", spiega Gino Paoli che rivela: "Quando muore un mio amico telefono a Dio, che poi ha la faccia di mio padre, e gli dico: "Ma che cazzo!?". E lui: "Ho i miei disegni, capirai". Alla fine sì, lui deve sentirsi un po' solo lassù, allora chiama a sé quelli decenti, simpatici e allegri. E io? Io sono un rompiballe".