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Gianluca Vialli a Sky Sport, 15 anni in cui è cambiato il racconto del calcio in Tv

L’affinità di Gianluca Vialli con la Tv era evidente ancor prima che la sua carriera si chiudesse. Terminata l’attività è iniziato il suo percorso da opinionista a Sky, o per meglio dire talent, essendo anche testimonial e consulente, conduttore di docu-reality. Un periodo di 15 anni in cui l’emittente ha influito in maniera significativa sullo stile di racconto dello sport, cambiandolo radicalmente.
A cura di Andrea Parrella
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La scomparsa di Gianluca Vialli rappresenta un lutto anche per il mondo della televisione. L'ex calciatore e allenatore, morto il 6 gennaio del 2023 a seguito di una lunga malattia, è stato infatti un volto di riferimento del calcio raccontato attraverso la Tv, imponendosi sin dall'inizio degli anni 2000 grazie all'aplomb che lo contraddistingueva, frutto dell'esperienza all'estero nella parte finale della sua carriera che aveva contribuito a costruire un profilo internazionale.

L'arrivo a Sky nel 2002

Le prime prove da commentatore risalgono addirittura alla fine degli anni Ottanta, quando Vialli era nel pieno della sua attività, e diventa opinionista del programma Settimana Gol su Italia 1. Non a caso, chiusa la carriera agonistica, la televisione diventa la sua principale attività e dal 2002 diventa consulente della nascente Sky Sport (l'emittente arriva in Italia a luglio del 2003), per poi diventare testimonial e commentatore dell'emittente.

Il programma con Paolo Rossi

In tutto Gianluca Vialli trascorre 15 anni a Sky, dal 2003 al 2018. Un periodo nel quale segue con la squadra di Sky Sport i principali eventi calcistici nazionali e internazionali, dai mondiali di calcio del 2006 in cui trionfa l'Italia alla Champion's League, dedicandosi anche a progetti verticali che lo vedono nei panni di conduttore. Nel primo caso insieme a Paolo Rossi in Attenti a quei due, con una sigla dichiaratamente ispirata al celebre film omonimo, un programma in cui Vialli e Rossi dialogavano con protagonisti del mondo dello sport e non solo, tra questi Josè Mourinho e Fiorello.

L'indagine sulla crisi del calcio italiano dopo i mondiali 2014

Poi nel 2014, in seguito alla disfatta dell'Italia ai mondiali in Brasile, Fabio Caressa gli aveva affidato l'idea di "Codice Rosso", serie di approfondimenti sul sistema calcio in Italia non solo dal punto di vista tecnico-tattico, ma in relazione all'impiantistica, gli stadi, la cultura. Un programma che ha in qualche modo preconizzato il declino del calcio italiano a livello internazionale negli anni successivi, offrendo una bella chiave di lettura al fatto che il successivo trionfo azzurro, quello di Euro 2020, porta in qualche modo la firma dello stesso Vialli, capo delegazione dell'Italia guidata da Roberto Mancini. A testimonianza dell'eterogeneità del personaggio, l'esperienza televisiva di Vialli a Sky si completa anche con un reality show. Nel 2016 l'ex calciatore conduce il docu-reality Squadre da incubo, in onda su TV8, presentato insieme all'ex collega Lorenzo Amoruso.

Un periodo lungo 15 anni, durante i quali Vialli ha partecipato ed è stato protagonista di una sorta di rivoluzione nell'approccio al racconto del calcio e dello sport in generale. Un capitolo che si rivela dunque fondamentale per la storia della televisione, se si considera quanto quel passaggio abbia inciso sullo stile del racconto sportivo attraverso il piccolo schermo di oggi.

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