Gianluca Vacchi sulle accuse di sfruttamento: “Falsità e offese, ho dato mandato ai miei avvocati”
Gianluca Vacchi non ci sta e risponde tramite i suoi legali alle accuse che gli vengono rivolte in questi giorni dai suoi ex collaboratori. Come noto l'imprenditore, in seguito all'uscita del documentario celebrativo sulla sua vita, è stato travolto dalle polemiche per la parole fatte trapelare alla stampa di una sua ex dipendente, che ha denunciato il clima "infernale" in cui Vacchi farebbe stare chi lavori per lui, parlando chiaramente di "sfruttamento" per il quale è in corso una causa legale.
La risposta di Gianluca Vacchi alle accuse
Vacchi ha risposto alle accuse in queste ore, parlando così attraverso il suo team di legali: "Riguardo alle notizie apparse in questi giorni sui media non ho rilasciato alcuna dichiarazione né ho intenzione di farlo: ci sono infatti dei procedimenti in corso e spetta unicamente ai giudici esprimersi al riguardo. Tuttavia sono state altresì diffuse, in modo fuorviante, numerose affermazioni false e gravemente offensive, anche riguardo a fatti per i quali non è mai stata presentata alcuna denuncia e che non costituiscono oggetto dei già citati procedimenti giudiziari: ho dato quindi mandato ai miei legali di tutelarmi in tutte le sedi competenti".
Le accuse rivolve a Gianluca Vacchi
Una donna filippina di 44 anni ha trascinato l'influencer in tribunale dopo anni di "sfruttamento" e di comportamenti che avrebbero recato "stress" sul posto di lavoro. Perché non solo erano costretti a lavorare dalle 10 di mattina fino alle 4-5 della notte, ma dovevano spesso andare "a tempo di musica", eseguire balletti "perfettamente" altrimenti si "scatenava la rabbia di Vacchi che inveiva contro i domestici, lanciando il cellulare e spaccando la lampada usata per le riprese".
Nell'atto di citazione civile, la colf 44enne ripercorre così tre anni e mezzo di lavoro nella villa in Sardegna di Gianluca Vacchi. Il contratto parte il 25 maggio 2017 e cessa il 10 dicembre 2020. Erano previste sei ore al giorno per sei giorni a settimana, ma la colf sostiene di aver lavorato anche fino a venti ore al giorno senza interruzione, senza mai beneficiare del riposo settimanale e tantomeno delle ferie. Gianluca Vacchi avrebbe poi chiesto di firmare un contratto di riservatezza, nessuna informazione da divulgare a terzi e in caso una penale da 50mila euro da detrarre dal Tfr. La mancata firma di questo contratto ha fatto scattare il licenziamento.