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Gianfranco Vissani: “Stanno uccidendo il turismo italiano, così i clienti fuggono all’estero”

Il noto chef parla dell’attuale situazione in Italia, con l’occasione sprecata della prima estate post Covid vera a causa di un caro prezzi a suo dire ingestibile per le famiglie: “fare spesa è diventato un lusso e poi mancano gli stranieri che arrivavano dall’est Europa e in particolare i russi”.
A cura di Andrea Parrella
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Si potrebbe vivere di solo turismo, è la frase che da sempre accompagna l'Italia, la sua storia e le sue tradizioni, pronunciata non senza un certo sentimento disfattista. A questa cosa ci crede anche Gianfranco Vissani, il noto chef che ha analizzato in un'intervista all'ANSA il boom di turismo di quest'estate in Italia, pur sottolineando alcune problematiche imprescindibili, come il caro prezzi: "Questo è il primo Ferragosto che viviamo senza l'assilo del Covid, ma è un Ferragosto sottotono – ha detto Vissani – Le famiglie italiane soffrono la situazione economica che stiamo vivendo, fare spesa è diventato un lusso e poi mancano gli stranieri che arrivavano dall'est Europa e in particolare i russi."

Il celebre chef se la prende, in particolare, con gli operatori dell'accoglienza e i prezzi che caratterizzano i soggiorni in questo particolare periodo, rendendo a suo modo di vedere difficoltosa la scelta di trascorrere un periodo in Italia: "Stanno uccidendo il turismo italiano. Non è possibile pagare una camera 1.600 euro a notte. I clienti li dobbiamo trattenere, invece così fuggono dal nostro Paese e lo fanno gli stessi italiani che preferiscono andare all'estero perché pagano meno".

Vissani chiede esplicitamente al governo Meloni un intervento per calmierare i prezzi delle materie prime: "Entrare a gamba tesa sui prezzi, perché così non si va avanti", prima di concentrarsi sulle varie notizie che nelle ultime settimane popolano giornali e social, quelle relative agli scontrini che indignano e alle richieste economiche esose di alcuni ristoratori, come la maggiorazione per il piatto condiviso di cui si era molto parlato nelle scorse settimane. Vissani le definisce una "provocazione, utile solo a far parlare", ma aggiunge dal canto suo che "Io non lo avrei mai fatto".

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