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“Gérard Depardieu non è in condizioni di salute idonee per stare in tribunale”, rinviato il processo per stupro

Il processo per stupro di Gérard Depardieu è stato rinviato a marzo: l’attore, come spiegato dai legali, non è in grado di presentarsi in tribunale per motivi di salute. Depardieu era stato citato in giudizio lo scorso aprile, per aggressioni sessuali che sarebbero state commesse nel settembre 2021 contro due donne, sul set del film “Les volets verts” di Jean Becker. Davanti al tribunale una manifestazione femminista: “La Francia non è orgogliosa”.
A cura di Sara Leombruno
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Il processo per stupro di Gérard Depardieu è stato rinviato al 24 e 25 marzo. Nella giornata di ieri, 28 ottobre, i legali avevano chiesto il posticipo dell'udienza per motivi di salute: al momento, infatti, l'attore e produttore non sarebbe in grado di presentarsi in tribunale, ma con una terapia adeguata potrebbe esserlo fra sei mesi. "Desidera ardentemente difendersi perché da più di tre anni sono state diffuse informazioni sbagliate e bugie. Sono le parole dell'accusa, ma ora finalmente potremo avere la parola della difesa", ha detto l'avvocato. Depardieu era stato citato in giudizio lo scorso aprile, per aggressioni sessuali che sarebbero state commesse nel settembre 2021 contro due donne, sul set del film "Les volets verts" di Jean Becker. In un caso si tratterebbe di stupro, nell'altro una decoratrice del set ha accusato l'attore di aggressione, molestie e ingiurie sessiste.

Il rinvio del processo per motivi di salute

Al momento dell'udienza, fissata a Parigi per il 28 ottobre, l'attore non si è presentato per motivi di salute. Per questo motivo, l'avvocato Jérémie Assous ha chiesto un rinvio del processo, in modo che il suo assistito potesse essere presente. La richiesta è stata accordata dal tribunale, che ha disposto una valutazione medica sul suo stato di salute. L'attore ha 75 anni, soffre di diabete da più di 25 anni e ha subito quattro bypass. Dunque, come spiegato dal legale, non può stare seduto per più di sei ore. Inoltre, le sue condizioni di salute sarebbero state peggiorate dall'ansia causata dall'avvicinarsi del processo. Il reato prevede la pena massima di cinque anni di reclusione e 75mila euro di multa. Ma "i testimoni e le prove che produrrà dimostreranno che è solo bersaglio di false accuse – ha detto Assous a Le Figaro – L'obiettivo delle parti civili è arricchirsi da seimila a 30mila euro".

Le accuse di aggressione sessuale

Gérard Depardieu andrà a processo aggressione sessuale ai danni di due donne: una scenografa e un'assistente alla regia del film Les volets verts diretto da Jean Becker nel 2021. Le accuse di molestie nei suoi confronti, però, sono più di una decina e sono state raccontate in un documentario chiamato Gérard Depardieu: la chute de l'ogre (Gérard Depardieu: la caduta dell'orco). Il filmato è stato trasmesso da France 2 lo scorso 7 dicembre. Nello stesso giorno, l'attrice Emmanuelle Debever, che fu la prima a denunciarlo pubblicamente per essere stata molestata durante le riprese di Danton di Andrzej Wajda nel 1982, si gettò nelle acque della Senna.

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La manifestazione femminista davanti al tribunale di Parigi

Davanti al tribunale di Parigi, poco prima dell'inizio del processo, si è radunata una manifestazione femminista: “Basta con l’impunità, qui parliamo di traumi, non di cinema”, il grido delle donne in protesta. “La Francia non è orgogliosa” è stato uno dei messaggi ricorrenti sui cartelli. Un chiaro riferimento alle parole del presidente Emmanuel Macron, che a dicembre del 2023 affermò: “Depardieu rende orgogliosa la Francia”. L’attivista Caroline de Haas ha spiegato a Bfmtv che “una donna non è mai responsabile delle violenze subite”, definendo il processo “emblematico”: da un lato per la fama dell’attore, dall’altro perché svela la realtà delle numerose storie di violenza che ogni giorno entrano nei tribunali. A dare voce alla protesta anche Blanche Sabbah, scrittrice e attivista, che ha sottolineato: “Se una di noi viene attaccata, siamo tutte attaccate; se una di noi viene violata, siamo tutte violate”. Tra le manifestanti erano presenti anche Raphaelle Rémy-Leleu, consigliera comunale di Parigi, Mathilde Caillard, attivista per il clima, e Sandra Legrain, deputata di LFI.

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