Fuorionda Michele Guardì, Giancarlo Magalli lo difende: “Scherza, uomo invidiato e di successo”
Giancarlo Magalli difende Michele Guardì dopo la pubblicazione dei fuorionda da parte de Le Iene che, sulla scia del caso Giambruno sollevato da Striscia la notizia, hanno mostrato quanto avviene di tanto in tanto dietro le quinte di alcuni programmi televisivi. Il regista de I Fatti Vostri era stato beccato mentre dava libero sfogo a commenti sessisti, misogini e omofobi. In un caso si era addirittura rivolto a Giancarlo Magalli, per anni conduttore della sua trasmissione, chiamandolo “cane”. A sorpresa, è proprio Magalli a difenderlo, rivendicando un rapporto con consentirebbe a entrambi di rivolgersi l’uno all’altro utilizzando termini ritenuti improprio in numerosi contesti, soprattutto se professionali.
Giancarlo Magalli difende Michele Guardì
“Dovrei essere l'unico a sentirmi offeso ma io conosco Michele e so come scherza con i cameramen”, ha dichiarato Magalli a La Stampa, “All'epoca del fuorionda fecero un compact disc. Certo è esecrabile, certe parole non andrebbero dette mai. Michele lavora da 40 anni in Rai, ha fatto anche quattro programmi insieme e tutti di successo. Ha molto guadagnato, molto lavorato ed è anche molto invidiato. Adora scherzare con chi lavora e in cuffia si permette qualche libertà. L'anno scorso abbiamo avuto una lite perché, presentando il suo libro e parlando de I fatti vostri, elencava tutti i conduttori passati tranne me. Notai che nominava solo i colleghi morti. Gli chiesi di continuare così. Ci mandiamo al diavolo e oramai neppure ci chiediamo più scusa. Le iene ci hanno ripreso mentre per gioco ci chiamavamo ‘cane’. Ma di solito ci diamo del ‘porcone’. Ma solo perché ci piace mangiare, sempre in lotta con la dieta. Mi dispiace comunque per insulti che nessuno dovrebbe sentire”.
Le frasi pronunciate da Michele Guardì nei fuorionda
"Levami sto fro**o di me**a da torno". Oppure "Signorina, sorrida, finga di esistere". Sono queste alcune delle frasi pronunciate da Guardì nei fuorionda resi noti da Le Iene. Espressioni che il regista ha giustificato così: “Io sessista? È una sciocchezza. Qui si cerca di alzare il tiro attaccando personaggi che possono garantire ascolti. In 5.600 puntate si possono dire cose inopportune nella certezza di non essere ascoltati e me ne scuso”.