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Opinioni

Fuori dalla Rai per uno spinello, l’ipocrisia tutta italiana sul caso di Candelaria Solorzano

La vicenda di Candelaria Solorzano, gatta nera del Mercante in Fiera in pectore esclusa dopo la circolazione di un video in cui pare preparare uno spinello, spiega in che modo l’ipocrisia italiana sul tema delle droghe leggere si abbatta sul pesce piccolo di turno, annullando ogni presupposto di discussione. E se fosse successo a un volto di punta della Rai?
A cura di Andrea Parrella
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L'Italia è un posto in cui se ti fai le canne, o se per caso vieni scoperto/a a fartene, diventi un mostro. È una differenza sottile, ma sostanziale, che grazie a un chiacchierato caso di queste ultime ore fa emergere l'ipocrisia inestirpabile che regola il dibattito pubblico in Italia e, di conseguenza, anche le scelte della televisione di Stato.

Molti lettori sapranno di quale vicenda si parli. La modella argentina Candelaria Solorzano, designata alcune settimane fa per Il Mercante in Fiera come la nuova Gatta Nera del programma condotto da Pino Insegno, è stata immortalata in un video sui social che pare vederla impegnata nell'operazione di preparazione di uno spinello. Niente più e niente meno. Il contesto è quello delle vacanze in barca, in mezzo a gente che balla e musica. Un video rilanciato da un giornalista, che fa il suo lavoro e sottolinea come un video di questo tipo potrebbe (sottotesto: dovrebbe) imbarazzare la Rai, che manderà in onda nella prossima stagione il programma condotto da Pino Insegno, previsto in autunno su Rai2. Nuova linea editoriale dell'azienda spostata a destra, parole severissime del governo sul consumo di droghe leggere, conduttore del programma come riferimento assoluto del nuovo corso meloniano. Pochi elementi che, messi insieme, rendono chiaro l'esito della vicenda: Solorzano fuori dal progetto.

In linea con una pragmatica necessità di gestione della crisi improvvisa, Rai fa sapere che Solorzano non è stata mai scelta e quindi non viene esclusa dal programma. L'esito, dunque, è che la gatta nera del Mercante in Fiera non sarà lei. Per quello che Fanpage.it sa, il suo nome era quello prescelto, d'altronde le registrazioni del programma inizieranno a metà settembre e quindi va da sé che un cast della trasmissione era già chiuso in linea teorica, di fatto mancava la firma del contratto. Solorzano, che non ha ancora parlato della questione e che forse resterà in silenzio, sarà sostituita agevolmente. Potenziale problematica chiusa, quindi, destinata a spegnersi all'insorgere di un nuovo focoloaio di polemiche su chissà quale argomento.

Cosa resta di questa storia? Semplicemente: l'ipocrisia. Che scorre silente, sotto traccia, si espande come un blob viscoso che ammanta qualsiasi questione e rende questo paese totalmente incapace di confrontarsi con una questione impellente, qualcosa che esiste, il cui possesso entro certi limiti è punito solo con una sanzione amministrativa. Si spegne sul nascere ogni argomentazione, nemmeno l'ombra della volontà di abbattere una reticenza che alimenta lo stigma per una pratica comune come poche, per la quale in Italia ci si deve nascondere come per il più immondo dei gesti.

Nulla di tutto questo è stato considerato prima di andare dritti verso la sollevazione di un caso e prima di spegnerlo come se fosse tale, negando in toto il coinvolgimento di questa persona nel programma. D'altronde Solorzano è un cosiddetto "pesce piccolo", un personaggio poco conosciuto, destinata a un ruolo secondario in uno show televisivo del preserale di Rai2. Come a dire che nessuno sentirà la sua mancanza. Ma è opportuno chiedersi cosa sarebbe accaduto se nel video su quella barca ci fosse stato un volto di punta dell'azienda.

Fai quel vuoi, ma evita che ti scoprano e spera di non finire mai nell'inquadratura inconsapevole dell'amica che sta facendo una storia sui social, altrimenti è la fine. D'altronde, che dibattito vogliamo in un paese in cui un ministro della Repubblica pronuncia le parole: "Se ti stronchi di canne e guidi, io ti ritiro la patente"? (cit. Matteo Salvini, giugno 2023).

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare ciò che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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