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Francis Ford Coppola: “L’Italia è in grado di realizzare qualsiasi cosa, tranne un governo che funzioni”

Francis Ford Coppola è stato protagonista a Roma della serata di pre apertura della Festa del Cinema. Il regista ha presentato il suo ultimo film, ha parlato della sua carriera e anche dell’Italia come “una perfetta metafora del mondo”.
A cura di Ilaria Costabile
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Il 14 ottobre si è tenuta a Roma la serata di pre apertura della Festa del Cinema, con un evento interamente dedicato a Francis Ford Coppola e al suo Megalopolis, l'ultimo film del cineasta americano, che è stato anche omaggiato delle chiavi di Cinecittà e dell'intestazione di una strada. Nonostante i suoi 85 anni, il regista pensa ancora al futuro: "Vorrei fare ancora due film: uno semplice e piccolo, per divertimento, che vorrei girare in Italia. L’altro gigantesco". 

Il regista parla di Megalopolis, il suo ultimo film

Il nuovo film di Coppola, che in America è già arrivato in sala, senza però conquistare il favore della critica è stato prodotto unicamente dal regista che ha sottolineato come, ormai, il cinema sia soggetto sempre più alle regole del business: "L’ho fatto a modo io. Come Apocalypse now: non piacque a tutti ma da 40 anni continua a essere visto, spero accadrà anche per Megalopolis". Sebbene sia uno dei nomi più noti del cinema hollywoodiano, anche durante la serata in suo onore, non ha voluto sottolineare questo aspetto:

Non mi considero un pezzo da 90, non mi piace essere chiamato maestro o mister Coppola. Sono lo zio Ciccio. Siamo tutti parenti, membri della grande famiglia dell’homo sapiens. Il miglior premio è quando qualche regista mi dice: “Ho fatto questo mestiere dopo aver visto un tuo film". Da ragazzo a New York avrei voluto venire a Roma al Centro sperimentale. Sognavo questa chiave 50 anni fa, ora la passo idealmente ai giovani cineasti. Come capitò a noi, si muovono sulle spalle dei giganti. Ma tra loro ci sono i nuovi giganti.

Il commento sull'Italia

Il pensiero alla base del suo ultimo film, è proprio la convinzione che gli imperi possono crollare quando non c'è più nessuno che infonde speranza: "Ma dopo la caduta c’è una sempre una ripartenza. È il principio della vita: morte e rinascita". Ad oggi, secondo il regista, ci sono due imperi che rischiano di crollare: "due grandi e belle istituzioni stanno morendo: il giornalismo e il sistema degli studios". Secondo Coppola, infatti, il primo si occupa troppo dei click, mentre l'altro ossessionato dalla formula perfetta: "Dietro l'angolo ci sono nuove modalità  che ancora non conosciamo". Parlando dell'Italia, poi, dichiara: "

È una perfetta metafora del mondo. Un Paese fantastico: ha i migliori artisti, medici, scienziati. È in grado di realizzare al meglio qualsiasi cosa. Tranne un governo che funzioni

Il bilancio di Francis Ford Coppola

Facendo un bilancio della sua vita, Coppola non ha dubbi: "La mia opera migliore? I miei figli Sofia e Roman; mia nipote Gia; mio nipote Nicolas Cage. La nostra ricchezza sta nella voglia di mettere l’arte e il gioco al centro della vita". Il dolore più grande invece: "Ovviamente la perdita di mio figlio», (Giancarlo, ndr). «Ma mi fa soffrire anche l’idea che non stiamo lasciando ai giovani il cinema che avremmo voluto". 

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