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Francesco Facchinetti: “Io e Wilma due opposti che si attraggono. Sarò sempre legato alla Marcuzzi”

Francesco Facchinetti si è raccontato in una lunga intervista al Corriere: il conduttore radiofonico e televisivo, figlio di Roby Facchinetti, ha parlato dell’amore che prova per la moglie Wilma, poi dell’affetto per l’ex Alessia Marcuzzi: “Quando è finita, è rimasta una grande amicizia”.
A cura di Gaia Martino
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Francesco Facchinetti, 43 anni, conduttore radiofonico e televisivo e dj, in una lunga intervista al Corriere ha raccontato di sé e della sua carriera. Delle sue esperienze passate, dal viaggio in solitaria a Cuba all'avventura all'Isola dei Famosi, poi le confessioni sulla famiglia allargata creata con l'ex Alessia Marcuzzi e sull'amore che prova per l'attuale moglie Wilma Helena Faissol. Sul rapporto con papà Roby Facchinetti: "Siamo teste dure, ci scontriamo spesso, discutiamo ogni santo giorno, su qualunque cosa. E da buoni bergamaschi ci diciamo tutto in faccia, poi ci passa e finisce lì".

Il rapporto con Wilma Helena Faissol e la famiglia allargata con la Marcuzzi

Francesco Facchinetti è noto anche per i gossip circolati intorno a sé. Prima di sposarsi ha avuto relazioni con donne molto belle, ha raccontato, "Aida Yespica una di queste. Mi sono ritrovato su un'isola deserta con lei, cosa potevo chiedere di più?". Facchinetti ha conosciuto la moglie Wilma su una chat di amici, "si programmava una vacanza di gruppo a Marrakesh. Per un po' è stato un rapporto epistolare e basta, poi quando ci siamo incontrati, uscendo dalla porta finestra della cucina, Wilma è inciampata ed è caduta ai miei piedi. Da lì è cominciata. Due persone agli opposti, bianco e nero, che si attraggono con intensità", le parole prima di ammettere di essere "un marito faticoso": "La vita con me è complicata, piena di continui imprevisti. Ogni tanto ho bisogno di stare solo, perdermi nei pensieri, trovare stimoli". Con Alessia Marcuzzi, sua ex con la quale condivide Mia, la prima figlia, conserva un rapporto di stima e affetto:

Io e lei siamo molto simili. Abbiamo una grande considerazione di noi stessi, un forte amor proprio, che ci ha portato a realizzarci nella vita. Se decidi di fare un bambino con una persona, è chiaro che c'è amore, c'è passione, c'è tutto. E tra noi è stato così. Quando è finita, è rimasta una grande amicizia, l'affetto. Resto sempre legato alle persone con cui ho condiviso una parte di vita, ancor più se è la madre di mia figlia. E il nostro obiettivo era ed è il bene di Mia. Creare una zona protetta ci è venuto naturale.

Gli inizi, dai viaggi in solitaria alla vita da pr per i VIP di Hollywood

"Nascere figlio dei Pooh? Una figata", così Francesco Facchinetti ha parlato del padre, Roby, definendolo una rockstar: "Non ho mai osato paragonarmi a papà, lui è una rockstar, un genio della madonna. Lo apprezzavo persino nella fase da punkabbestia, quando ascoltavo i Sex Pistols e frequentavo il laboratorio anarchico. Nessuno lo sapeva, capirai, i Pooh, il simbolo borghese. Quando lo scoprirono fui cacciato". A 18 anni partì per Cuba, solo e senza meta: "Dissi, e ora che faccio? Impari ad affidarti alla Provvidenza. E scopri che la vita è piena di sorprese". Sugli anni da pr per i VIP di Hollywood ha poi ricordato: "Mi affidavano Leo DiCaprio, Britney Spears, George Clooney, Jim Carrey, ero una sorta di giullare che li portava a spasso in quel paese dei balocchi che era Milano, da mezzanotte alle sei del mattino, quando può accadere di tutto".

La caccia ai talenti: "Parto con una nuova società"

"Non sono un uomo di talento, sono portato a fare troppe cose insieme, però ho un pregio: sono un visionario, riesco ad immaginare prima quello che potrà accadere", le parole di Facchinetti che con la sua Newco, oltre a seguire i Pooh e ad aver lanciato grandi nomi attuali della musica e dello spettacolo italiano, non esclude di voler mettere in scuderia anche i calciatori. Al Corriere ha raccontato di aver riconosciuto alcuni talenti prima che esplodessero come Blanco, Ultimo e Matteo Paolillo, "ma non ho avuto il tempo di seguirli". Sul nuovo progetto: "Parte da lontano con una nuova società, ci ho messo 5 anni. Per ora mi occupo dei diritti di immagine di Sergej Milinkovic-Savic e Sandro Tonali. Poi passerò alla procura, ho un patentino inglese, spagnolo e quello Fifa, l'unico impossibile è quello italiano, bisogna passare un esame da avvocato. Il calciatore è un artista, un'icona, un supereroe".

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