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Francesco Benigno e la malinconia per un tempo che non c’è più: “Facevano a gara per esserci”

L’attore siciliano, volto noto del cinema italiano degli anni ’90, ha aperto il cassetto dei ricordi pubblicando una serie di foto che racconta un’epoca d’oro, ormai lontana, della sua carriera.
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"Facevano a gara per esserci". Un messaggio dal sapore dolceamaro quello condiviso su Facebook da Francesco Benigno. L'attore siciliano, volto noto del cinema italiano degli anni '90, ha aperto il cassetto dei ricordi pubblicando una serie di foto che racconta un'epoca d'oro della sua carriera. "Quando negli anni d'oro della mia carriera a Roma organizzavo i miei compleanni e i più grandi facevano a gara per esserci", scrive Benigno, accompagnando una serie di scatti che lo ritraggono alla discoteca "Divina" nel 1995, circondato da volti che sarebbero diventati protagonisti del panorama artistico italiano.

Famosi, promesse dell'epoca, c'erano tutti: da Raoul Bova a Marco Giallini, da Milly D'Abbraccio a Lino Banfi e Nino D'Angelo

Nella foto compaiono infatti giovani promesse di allora, "sconosciuti all'epoca, poi dopo diventati famosi attori", come li descrive lui stesso: Raoul Bova, Marco Giallini, Sabrina Impacciatore, Milly D'Abbraccio, Romina Mondello e Alessandro Greco. Un parterre di stelle nascenti che gravitavano attorno all'attore siciliano in quella "Roma meravigliosa degli anni '90". Ma il vero colpo di scena, il dettaglio che Benigno sottolinea con particolare orgoglio – "la chicca" come la definisce – è la presenza di due pesi massimi dello spettacolo italiano: "Due grandi come Lino Banfi e Nino D'Angelo, che solo io sono riuscito a portare in una discoteca, dove mai erano andati".

Nella foto con Benigno, Marco Giallini, Sabrina Impacciatore e sulla sinistra si può notare Angelo Orlando
Nella foto con Benigno, Marco Giallini, Sabrina Impacciatore e sulla sinistra si può notare Angelo Orlando

La Roma degli anni '90, vista attraverso gli occhi di Benigno, appare come un caleidoscopio di possibilità, un periodo in cui le carriere si intrecciavano nelle notti della capitale, tra brindisi e promesse di successo. Un'epoca in cui il "Divina" diventava palcoscenico informale di quello che sarebbe stato il futuro dello spettacolo italiano. Nel suo post, più che vanità, si legge la nostalgia per un periodo irripetibile. La consapevolezza di essere stato, per un momento, al centro di qualcosa di speciale.

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