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Fiorello: “Non avevo i soldi nemmeno per due panini vuoti”

Il Corriere della Sera dedica un approfondimento allo showman catanese: dai primissimi passi fino al grande successo nazionale.
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Fiorello, un personaggio unico per la storia dello spettacolo italiano. A lui, il Corriere della Sera dedica due pagine firmate da Tommaso Labate. Un racconto che parte dal ricordo dello showman del suo primo incontro con Little Tony, quando aveva solamente 7 anni. Per Fiorello, un segno del destino: "All'epoca mica c'era la globalizzazione che ti faceva vedere tutto, e magari avresti detto "vabbè ma queste cose le fa già Elvis, chi se ne frega". All'epoca c'era lui e basta. O ti piaceva lui o ti piaceva Gianni Morandi". E ricorda: "Little Tony, fateci caso, lo avrei portato con me sempre, a pegno di un debito di riconoscenza per quella sera in cui mi aveva accolto con mio cugino Nino nella sua roulotte prima del concerto di Letojanni. Sempre, in tutti i miei show, quelli dal vivo e quelli in tv, Little Tony ci sarebbe stato". 

Gli inizi a Milano, difficili: "Mangiavo quello, due rosette vuote. Vedevo che mi superavano tutti e non capivo il motivo. Dopo un bel po’ il panettiere mi spiegò che, se non avessi preso il numeretto, gli altri avrebbero continuato a superarmi. Ma che ne potevo sapere che c’era il numeretto, chi l’aveva mai visto…". 

Il provino con Pippo Baudo

Fiorello racconta il provino per Fantastico con Pippo Baudo dove "neanche sapevo di essere a un provino". Lo showman racconta che si era messo a cantare improvvisando, con il maestro Caruso al piano, "non so fare niente, voglio andare a casa e non ho i soldi per il biglietto" e anche i cameraman fecero segno che funzionava, ma Pippo Baudo decise di non prenderlo:

Quando arrivò il mio turno, mi chiesero che cosa sapessi fare e risposi con sincerità che non sapevo fare nulla, volevo solo i soldi del biglietto per poter tornare a casa, ché non li avevo.“Sai cantare?”. Sono intonato, risposi. Pippo Caruso attaccò al pianoforte e io gli andai dietro con quella strofa improvvisata, “non so fare nulla, voglio andare a casa, non ho i soldi per il biglietto”. I cameramen iniziarono a farmi segno col pollice in alto; persino Caruso, che era sempre serio, accennò un mezzo sorriso; Baudo si era addirittura alzato per accompagnarmi. È fatta, pensai. Macché. “Sei bravo ma non ti prendo”, mi disse.

I villaggi, Radio Deejay e il successo

Dopo il servizio militare, Fiorello viene assunto a tempo indeterminato come animatore per la Valtur: "Sapete che cosa voleva dire, no? Stipendio sicuro e pure bello alto, contributi pagati, avvenire garantito". Ma arriva la chiamata di Radio Deejay:

Si trattava di accettare uno stipendio decisamente più basso di quello che avevo con la Valtur e di acconciarsi a fare la pianta. Che cos’era la pianta? Semplice: non dovevi fare nulla. Soltanto stare alla radio a osservare, a vedere quello che facevano gli altri, ad assorbire, a imparare. Il primo con cui ho fatto la pianta è stato Tony Severo. All’epoca andava tantissimo la soap opera Sentieri, noi facevamo una specie di parodia che avevamo ribattezzato Viottoli… Amadeus, che era arrivato prima di me, aveva già un programma suo, si chiamava Mattinata esagerata, dove io andavo a fare le vocine di sottofondo…

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