Fiorello difende Cristina D’Avena: “Io ho cantato per i comunisti, l’hanno pagata e canta per Meloni”
Anche Fiorello a VivaRai2 ha commentato la polemica che ha investito Cristina D'Avena, perché ha accettato di cantare alla festa del partito di Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia, che si terrà giovedì 15 dicembre. In particolare, la comunità LGBTQ+, alla luce dell'attivismo dell'artista, l'ha accusata di mancare di coerenza. Ecco come Fiorello ha commentato la vicenda, nel corso della puntata trasmessa il 15 dicembre.
Polemica su Cristina D'Avena, il commento di Fiorello
Ogni mattina, Fiorello dedica una parte del programma Viva Rai2 alla rassegna stampa, così ha commentato anche la polemica che ha investito Cristina D'Avena: "Oggi canterà per Giorgia Meloni. Bisogna parlare di questa cosa. Perché la D'Avena non può andare a cantare? Vi racconto una mia esperienza personale. Sono andato una volta alla festa dell'Unità. Mi hanno chiamato, avevo la coda, facevo il karaoke, facevo cantare tutti. Sono andato a cantare per tutti i comunisti, pensa ho fatto cantare i comunisti. Nessuno mi ha detto niente. Tutto a posto. Ma se avessi cantato dall'altra parte, mi sarebbe successo come a Cristina D'Avena". E ha concluso:
Deve valere per tutti. Quelli di Fratelli d'Italia hanno chiamato Cristina D'Avena e lei ha detto: "Quant'è?". Le hanno dato i soldi e ha cantato. Non indignatevi. Altrimenti non siete liberi neanche voi che vi indignate. Ognuno deve essere libero di esprimersi dove e come vuole. Io ho cantato per i comunisti e lei vuole cantare per la Meloni. Lei voleva cantare per il PD, ma non fanno feste.
La replica di Cristina D'Avena alle critiche
In un post pubblicato sui suoi profili social, Cristina D'Avena ha replicato alle "critiche feroci" che ha ricevuto. Ha chiarito di essersi esibita nei contesti più disparati, perché con la sua musica intende portare "allegria e spensieratezza". Anche la partecipazione a Fratelli d'Italia non ha niente a che vedere con l'ideologia:
Le mie canzoni non desiderano altro che portare allegria e spensieratezza a chi è cresciuto con loro e a chi le canta assieme a me. Tutti, nessuno escluso. E questo non è qualunquismo, ma libertà. Stasera, come tutte le altre, non porto ideologie, ma musica. Non mi schiero e non cambio pelle all’improvviso. Ho accolto un invito per cantare, non per militare sotto una bandiera. E se posso trasformare una polemica in qualcosa di più utile, vorrei fosse – questa – un’ottima occasione per dimostrare (se mai ce ne fosse ancora bisogno) che la musica unisce, include, conforta. Ho sostenuto, e sempre sosterrò, i diritti civili e l'amore universale che dovrebbe essere alla base della crescita di ogni essere umano. Canto Pollon, i Puffi, Memole, Occhi di Gatto, Mila e Shiro…. Sono inni di leggerezza e di fantasia… e di nessuna altra natura o pretesa. Vi voglio bene.