Ermal Meta difende Ghali dopo Sanremo: “Anche io sono italiano di cittadinanza”
Il cantane Ermal Meta ha difeso Ghali su X da alcuni commenti razzisti. Un utente scriveva sulla piattaforma: "Anche se #Ghali è italiano di cittadinanza, è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità. Il mondo al contrario". Meta, di origine albanese, ricondividendo il tweet ha chiesto: "Anch’io sono italiano di cittadinanza. I miei tratti somatici la rappresentano meglio l’italianità? Gli artisti rappresentano se stessi e le proprie idee. Ma ce la fate?". Anche lui in passato aveva ricevuto messaggi razzisti in cui lo invitavano a tornare "a cantare nel tuo paese". In questo momento, però, accuse di questo genere rimangono in ombra rispetto alla polemica che sta accompagnando Ghali da quando sul palco di Sanremo ha lanciato il suo: "Stop al genocidio".
Lo "Stop al genocidio" di Ghali
"La gente ha sempre più paura di dire stop alla guerra, stop al genocidio perché sente di perdere qualcosa se dice viva la pace, è assurdo" è con queste parole che Ghali, ospite nel programma Domenica In di Maria Venier, continua a difendere le proprie posizioni. Il suo "stop al Genocidio" – il video sulla piattaforma di RaiPlay è stato prima tagliato poi integrato – urlato sul palco dell'Ariston ha provocato la reazione dell'ambasciatore di Israele in Italia Alon Bar. Per il diplomatico è stato "vergognoso" come Sanremo sia stato "sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile". L'ad della Rai Roberto Sergio ha quindi sottolineato "solidarietà al popolo di Israele e alla comunità ebraica" con un comunicato letto da Mara Venier: "Ogni giorno i nostri telegiornali e programmi raccontano, e continueranno a farlo, la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas, oltre a ricordare la strage del 7 ottobre". Nel frattempo odio e provocazioni si sono scatenate contro Ghali, dove su X viene criticato da alcuni utenti per "non avere tratti somatici che rappresentano l'italianità" affermazioni che fanno eco al "mondo al contrario" tanto caro a Vannacci.
Il caso Ghali a Domenica In
Tracce della polemica, che si sarebbe poi trasformata nel "caso Ghali", si potevano già trovare nel testo "Casa Mia" del cantante. Un brano che aveva fatto indignare il presidente della comunità ebraica Walker Meghnagi, giudicando la canzone "propaganda anti-israeliana". La questione della guerra in Medio Oriente ha preso il suo spazio a Sanremo, tanto da spingere Ghali a rispondere all'ambasciatore israeliano – che durante il programma di Domenica In – ha ribadito: "Parlo di questi temi da quando sono bambino […] Ci sono dei bambini che stanno morendo, chissà quante star, quanti dottori, insegnanti ci sono lì in mezzo" riferendosi alla popolazione palestinese sotto i bombardamenti israeliani. Gli appelli del cantante sono stati accolti con solidarietà dall'associazione dei palestinesi in Italia, che ha ringraziato Ghali per aver "risvegliato le coscienze". In chiusura della trasmissione, Mara Venier dà voce alla replica della Rai, leggendo il comunicato "che condividiamo tutti" di Roberto Sergio in cui l'ad dichiara vicinanza alla comunità ebraica e al popolo di Israele. Non è difficile immaginare come sui social gli utenti si siano scatenati, tra chi sostiene questa o quell'altra posizione. In tutto questo, si inserisce anche chi attacca Ghali per non essere "un italiano vero".