Enrica Bonaccorti parla al Tg1: ” Ho quattro bypass, controllatevi perché il cuore è subdolo”
"Ora sto bene, non corro ma cammino e sono indipendente, mi sento in forma nonostante una lunga e importante operazione al cuore", così Enrica Bonaccorti durante il Tg1 di ieri sera. La conduttrice si sta riprendendo da un intervento a cuore aperto reso necessario da uno stato improvviso di malessere diffuso. Le sue arterie erano ostruite, sono stati inseriti ben quattro bypass per sostenere il cuore nella sua normale attività.
Il malessere di Enrica Bonaccorti a luglio
È il luglio scorso quando Enrica Bonaccorti decide di sottoporsi a una serie di controlli approfonditi. Nessun sintomo acuto ma una serie di disturbi e malesseri: “Una grande stanchezza, non riuscivo a fare le scale, avevo poco fiato”. Dagli esami emerge una seria malattia alle coronarie, si rendono necessari quattro bypass. Parla Massimo Massetti, dottore e specialista in scienze cardiovascolari al Gemelli di Roma: “La qualità della vita dopo questi interventi è ottima, basta osservare controlli medici e controllare i fattori di rischio che hanno causato la malattia. “Fate tesoro della mia esperienza, controllatevi quanto più potete perché il cuore è subdolo e ci frega non soltanto in amore, ma anche nella salute”.
Come si è manifestato il malessere e com'è stata salvata
"Un giorno a inizio luglio comincio ad avere ovunque un prurito terribile", aveva spiegato Enrica Bonaccorti ai suoi fan, "tutto il corpo diventa rosso fuoco a macchie, sembravo quella bambina bruciata che scappa da Hiroshima. Non avevo cambiato niente nell'alimentazione o nei farmaci, non avevo preso sole, insomma era solo il mio corpo che urlava che qualcosa non andava".
Poi, la spiegazione dell'intervento tempestivo dei medici e il sollievo per essere stata salvata in tempo: "Ovviamente mi faccio controllare a fondo da un dottore che trova un calcolo a un rene (che fra l'altro non mi aveva mai dato nessun dolore). Comunque decidono di intervenire, in fondo è un’operazione banale, ma i cardiologi, il prof Leo, il prof Saglia, e il prof Giulio Speciale, insieme al dottor Quintarelli, vengono da me il giorno dopo col viso scuro per dirmi che c'è qualcosa che non va al cuore, serve una tac, poi una coronarografia, da cui stabiliscono che ho le arterie tutte ostruite, un paio di mesi e potevo andarmene".