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Emanuele Filiberto di Savoia: “Vorrei portare le salme dei miei nonni al Pantheon, ho il sì di Meloni e del Vaticano”

Emanuele Filiberto di Savoia si racconta in una intervista, a un anno dalla scomparsa del padre, in cui parla del suo desiderio di riportare in Italia le salme dei nonni Umberto II e Maria José. L’erede monarchico parla anche della sua vita di oggi, divisa tra imprenditoria e beneficenza.
A cura di Ilaria Costabile
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Emanuele Filiberto di Savoia si trova in Francia dove presenzia alla messa in suffragio di re Umberto II e della regina Maria José, ultimi sovrani d'Italia, le cui salme non sono mai rientrate in patria dopo la seconda guerra mondiale. Il suo desiderio, come racconta in un'intervista al Corriere, a poco più di un anno dalla scomparsa del padre Vittorio Emanuele, è quello di far pace con la storia, portando quel che resta dei Savoia in quella che era stata la loro casa.

Il desiderio di riportare le salme di Umberto II e Maria José in Italia

Dopo aver attraversato un momento difficile, come la scomparsa di suo padre, aver smesso di fumare grazie all'ipnosi e aver trascorso quanto più tempo possibile con la madre Marina, che "ha 90 anni, ma ne dimostra 70", Emanuele Filiberto spera che i suoi nonni, un giorno, possano essere ricordati sul suolo italiano e non più francese:

Confido in un gesto di umanità, rispetto e pace storica. Sono figure incriticabili. Alla fine della guerra, re Umberto mantenne i rapporti con tutte le potenze e, dopo un referendum discusso, sebbene ci fosse chi lo esortava a fare un regno del Sud Italia per poi muovere contro il governo di Roma, preferì l’esilio, mise affetti e famiglia in secondo piano per evitare una guerra civile e altro sangue.

Sul termine incriticabili, contestatogli dalla giornalista, Emanuele Filiberto si sofferma dicendo di fare un distinguo tra l'operato di Vittorio Emanuele III e suo figlio Umberto e aggiunge: "Per non parlare di mia nonna Maria José, antifascista e sostenitrice dei partigiani. Dalla Svizzera, faceva loro arrivare armi comprate coi suoi soldi privati, all’insaputa del mio bisnonno". Le trattative per riportare le salme in Italia, però, sarebbero a buon punto:

La presidenza del Consiglio, i vari ministri e il Vaticano hanno dato parere favorevole, manca il sì del presidente Sergio Mattarella, in cui ho fiducia: fu lui, nel 2017, a far rientrare la salma di Vittorio Emanuele III da Alessandria d’Egitto. Sarebbe una riappacificazione importante con la storia, sebbene nella Costituzione persistano norme arcaiche, bolsceviche, come la confisca dei beni di casa Savoia

Il legame con i suoi nonni

Il rapporto che aveva con i suoi nonni era senza dubbio unico nel suo genere. Lo ricorda con affetto e anche una certa nostalgia, riconoscendogli qualità e rievocando pezzi di storia che, ancora oggi, non possono lasciare indifferenti:

Avevo 11 anni quando nonno morì a Cascais. Andavo a trovarlo spesso, mi ha trasmesso amore per l’Italia, parlavamo facendo lunghe passeggiate sull’oceano. Poi, andavamo in una piccola pescheria a comprare i percebes, dei frutti di mare che ci piacevano tanto. Era di una simpatia e di una gentilezza incredibili. Lui e nonna hanno dato a noi nipoti l’amore che non hanno potuto dimostrare ai figli, in guerra. Con nonna, mancata quando 28 anni, parlavamo dei suoi incontri con Albert Einstein, Maria Montessori, Gabriele D’Annunzio, Benedetto Croce… Era un libro di storia vivente. Mi raccontava di quando il fratello re del Belgio la mandò a negoziare le razioni di pane, da sola, da Hitler a Nido dell’Aquila. Le chiedevo: che ti diceva Hitler? E lei: ripeteva solo “Nein nein”. E io: cosa ti colpì di lui? E lei: che aveva le mani terribilmente sudate.

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Emanuele Filiberto: la gestione delle emozioni, le sue attività e la nuova compagna

Emanuele Filiberto nell'intervista al Corriere si racconta parlando apertamente dell'educazione impartitagli sin da bambino, per la quale era abituato a mascherare le sue emozioni: "Non si tratta solo di non piangere ai funerali, ma di non mostrare tristezza né gioia. I miei genitori, tristi o felici, erano sempre ermetici e, se vedi questo tutti i giorni, diventi anche tu così. Io sono sensibile, ma avevo sviluppato una corazza. Ora, poco a poco, sto imparando a esprimermi". Da suo padre, oltre alla casata, ha ereditato anche l'attività di beneficenza con cui "faccio il mio piccolo, facendo del bene", ma oltre a questo tante sono le sue attività:

A parte seguire il Calcio Savoia che è in serie D e che speriamo di portare presto in C, ho lanciato una carta di credito, Carta Reale, e RoyaLand un gioco online quotato alla borsa americana in cui ho coinvolto altre case reali. E ho una catena di ristoranti in America, Prince of Venice, che ha aperto anche a Montecarlo, dove vivo, e aprirà nelle Filippine e in Marocco. Negli Stati Uniti, il 5 aprile farò un evento benefico per i pompieri di Los Angeles e per chi nel recente incendio ha perso tutto. Anche la casa dove abito quando sono in America, che era di Johnny Hallyday, è stata distrutta.

Del suo privato, però, parla poco e conferma che con Cltotilde Coureau: "Siamo separati da quattro anni. Andiamo molto d’accordo, la stimo e le voglio bene e sarà sempre la madre delle mie figlie, che sono strepitose" e adesso al suo fianco c'è una nuova compagna (Adriana Abascal, Miss Messico 1988 ndr.): "Sono felice" conclude.

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