Ema Stokholma sulla famiglia: “Sono una sopravvissuta. So cosa vuol dire essere picchiata in casa”
Ema Stokholma è dj, conduttrice radiofonica, cantante, da poco attrice e ancora prima modella, cubista, cameriera, barista. Un elenco lungo che non esclude di ampliare, intervistata da Grazia, ha infatti sottolineato: "Bisogna arrivare ai 60 anni ed essere brave in tanti campi diversi". Nella sua vita, però, non solo luci, ma anche l'ombra della madre – affetta da disturbi psichici – e l'assenza del padre, andato via dopo la sua nascita.
Ema Stokholma sulla sua carriera: "Voglio essere brava in tante cose diverse"
Nelle sale c'è Un altro Ferragosto, film di Paolo Virzì del cui cast fa parte anche Ema Stokholma. Ma non sarà l'unica volta in cui veste i panni d'attrice, recitando anche nella serie Vita da Carlo 3, con Carlo Verdone. Il suo ruolo preferito rimane quella di conduttrice radiofonica nel programma Happy Family, in onda tutti i giorni su Radio 2. Quando è arrivata in Italia, a 15 anni, Ema Stockholma (il cui vero nome è Morwenn Moguerou) di lavori ne ha fatti moltissimi, dalla cameriera alla cubista. Quello che le piaceva meno era fare la modella:
È un lavoro per cui ti devi sentire figa, devi credere di essere la più bella nella stanza. Se ti manca quella parte lì, allora, è difficile. Io arrivavo ai casting, guardavo le altre ragazze e me ne andavo. Mi dicevo: “Sarebbero pazzi a scegliere me”. E, poi, odiavo mettermi in competizione per il mio corpo: sono più magra, ho più seno, sono alta il giusto… Sono tutti parametri che non dipendono da te, il che è molto avvilente.
Dopo la parentesi nel campo della moda è diventata una cubista, professione con cui guadagnava di più e che le ha permesso di capire che voleva fare la dj: "Era un'altra cosa da imparare.È così che bisogna fare per arrivare ai 60 anni ed essere brave in tanti campi diversi".
Ema Stokholma sulla famiglia: "Sono sopravvissuta, le botte non le dimentico"
Ema Stokholma è scappata dalla Francia per sottrarsi ai maltrattamenti della madre. Una volta arrivata a Roma, però, non si è trattenuta molto dal padre: "Antonio era venuto in Francia qualche volta (…) Sono stata poco da lui. Poi ho preso in affitto una specie di garage a Trastevere, non c’erano finestre". Nel 2020 ha scritto un libro intitolato Per il mio bene, volume fortemente autobiografico. La molla che le ha fatto scattare il desiderio di raccontarsi era stata la notizia di un bambino ucciso a botte dal patrigno. Anche Ema Stokholma da piccola è stata vittima di violenze:
So cosa vuol dire essere picchiati in casa, urlare senza che i vicini di casa cerchino di aiutarti, arrivare a scuola con i segni delle percosse e vedere che le maestre fanno finta di niente. Io sono sopravvissuta e dopo un po’ le botte te le dimentichi. Ci sono mamme con problemi mentali, che vivono situazioni difficili e che maltrattano i figli. Andrebbero aiutate per far stare meglio anche i loro bambini.
La famiglia ideale per la conduttrice radiofonica è composta dal fratello, dai migliori amici, dalle persone che ha scelto, che le vogliono bene e alle quali lei vuole bene.