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Eleonora Daniele sul fratello scomparso a 44 anni: “Aveva continue crisi, eravamo costretti a bloccarlo”

Eleonora Daniele parla del fratello Luigi, affetto da autismo e morto prematuramente a 44 anni. La conduttrice si apre a proposito del tema della salute mentale nel libro “Ma siamo tutti matti?”, ricordando la sua drammatica esperienza personale.
A cura di Stefania Rocco
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Una vicenda personale dolorosa ma che le ha insegnato tanto è quella che ha vissuto Eleonora Daniele, conduttrice di Storie Italiane che si è avvicinata per la prima volta pubblicamente al tema della salute mentale con il libro “Ma siamo tutti matti?”. Daniele racconta in quelle pagine la storia del fratello Luigi, affetto da autismo e scomparso prematuramente a 44 anni. Eleonora ha raccontato la storia della sua famiglia, ritrovatasi improvvisamente a gestire un figlio affetto da autismo. “Avevo bisogno di accendere un riflettore sul problema dell’assistenza e sulla successiva impotenza delle famiglie nell’occuparsi di vicende così complesse”, ha raccontato la conduttrice a Leggo, “Tutto il sistema di cura della malattia mentale ha subito un arresto importante”.

La vita con il fratello Luigi: “In ospedale ci rimproveravano perché urlava”

Ultima di 4 figlio, Eleonora ha avuto con Luigi un legame molto profondo, che non si è interrotto in seguito alla scomparsa dell’uomo avvenuta nel 2015. “Perché ero la più piccola di casa”, racconta la donna, “Ma ricordo benissimo il periodo della sua adolescenza, del suo sviluppo intorno ai quindici o sedici anni: continue crisi e per fermarlo a volte eravamo costretti a bloccarlo, sennò solo mio padre aveva la forza fisica necessaria; poi ricordo gli ospedali, cosa vedevo, soggetti gravi, alcuni con il casco in testa per evitare atti di autolesionismo. Quando lo portavamo in ospedale, alcuni ci rimproveravano perché urlava, senza capire che era impossibile imporgli il silenzio”.

Eleonora Daniele parla del fratello anche nel libro “Quando ti guardo negli occhi. Storia di Luigi, mio fratello”

Del profondo affetto che la legava al fratello, la donna aveva parlato in un altro libro, confermando di essere diventata grazie a lui una persona migliore:

Non riusciva a pronunciare una sillaba, ma quello che provava lo trasmetteva con gli occhi e con sorrisi che dicevano più di mille discorsi. Ci sdraiavamo sotto la grande quercia e guardavamo tutto intorno. Sapevo che se passava una farfalla la seguiva anche lui, che una nuvola dalla forma strana attirava anche la sua attenzione. Avevamo visto le stesse cose e provato le stesse emozioni. Potevo capirlo davvero solo guardandolo negli occhi e comprendere tutto ciò che non sapeva dire. Senza di lui non sarei mai diventata la persona che sono. Mi ha spinto a lottare contro le ingiustizie e a non mollare mai.

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