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“È stato bello, c’est fini”, Franco Bragagna saluta senza strilli all’ultima telecronaca olimpica

La voce della Rai sceglie lo stile pacato per salutare il pubblico alla sua ultima giornata di cronache alle Olimpiadi estive. Franco Bragagna rispetta la regola dell’evento che viene prima di tutto anche al suo ultimo giro di pista resta nascosto, limitandosi a un “è stato bello”.
A cura di Andrea Parrella
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Un semplice "c'est fini, come dicono da queste parti" ed è finita davvero. Così Franco Bragagna ha celebrato la sua ultima giornata di cronache olimpiche della carriera. La storica voce Rai, istituzione che ci ha accompagnato nei racconti dell'atletica, così come di molte singolari discipline olimpiche, ha scelto la pacatezza per l'ultimo ballo, nascondendo se stesso e la sua carriera ultra trentennale dietro l'evento. Nessuno strillo, nemmeno una menzione diretta al fatto che si trattasse del giro di pista finale.

Una giornata, quella di domenica 11 agosto, che per Bragagna aveva il sapore del doppio epilogo, un filo narrativo che univa la chiusura dei giochi di Parigi, che al netto delle polemiche sono stati senza dubbio di notevole impatto, e la fine della sua esperienza da telecronista Rai per quel che riguarda le olimpiadi estive. Andrà infatti in pensione dopo l'edizione dei giochi invernali di Milano-Cortina 2026, che si terranno tra 18 mesi.

Cosa ha detto Franco Bragagna all'ultima telecronaca

Ma come Bragagna aveva detto in un'intervista a Fanpage.it di pochi giorni fa, i giochi invernali sono sostanzialmente quisquilia rispetto a quelli estivi. Così c'era grande attesa per il suo congedo televisivo. Ma lui, da amante delle storie laterali, lo aveva anticipato, non aveva preparato nulla di particolare e nulla di particolare ha detto. Le sole parole significative pronunciate nel corso della giornata da Bragagna sono rimaste all'interno della cornice olimpica. Chiusa la maratona, ultima gara di atletica dei giochi, il telecronista si è limitato a dire: "Come dicono da queste parti, c'est fini" ("è finita" in francese, ndr).

Questo e poco più, per un giornalista che ha sempre rimarcato la sua propensione a stare nascosto, dare spazio alla notizia e non a se stesso, religione praticata anche in cronaca con il tono di voce e l'allergia agli entusiasmi costruiti: "Ciò che raccontiamo può essere noiosissimo e allora il tono di voce cambia, diventa un dato giornalistico, così come lo è l'accompagnamento del tono di una gara intensissima".

L'ultima olimpiade per il telecronista Rai

Per questa stessa ragione, chi si aspettava fuochi d'artificio, enfasi e commozione per l'ultimo giro di giostra di Franco Bragagna, è rimasto (piacevolmente) a bocca asciutta. Dopo le tre ore di racconto della cerimonia di chiusura dei giochi, si è limitato a un semplice "è stato bello". Riferendosi a Parigi 2024, naturalmente, ma vogliamo convincerci che stesse parlando di tutti questi anni nei quali con la sua voce è stato una sorta di navigatore per diverse generazioni, dal 1992 ad oggi, che volevano farsi strada in quell'universo, per molti ignoto, degli sport olimpici.

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare ciò che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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