Drusilla Foer pronta per Sanremo 2022: “Rivendico il ruolo di valletta”
Drusilla Foer è una linea sottile tra realtà e finzione. Nata dalla testa di Gianluca Gori, attore e fotografo toscano, ha sviluppato vita propria, arrivando a prendere distanza da quella del suo creatore. Ha lavorato in tv come giudice di Strafactor, editorialista nei programmi di Piero Chiambretti e spalla di Serena Dandini in The show must go off. Arriva in Rai per volere di Amadeus, che l'ha scelta tra le cinque co conduttrici del Festival di Sanremo 2022 perché è rimasto "affascinato dal suo modo di essere così intelligente e ironica".
Drusilla è una donna elegante e algida, ruvida ma profondamente fragile, è un contrasto vivente, si perdona puntualmente e prova tenerezza per se stessa. Si è sposata due volte: la prima "con un texano orrendo" e poi con Hervè Foer, belga discendente della famosa famiglia Dufur. Morto all'improvviso, l'ha resa vedova prima del tempo, ma le ha lasciato in eredità un sentimento che non accenna a svanire. Fanpage.it l'ha raggiunta a poche ore dalla conduzione di Sanremo.
Chi è davvero Drusilla Foer?
C’è uno scarto tra ciò che è mostrato e ciò che è percepito. Drusilla Foer è un personaggio che cerca di raccontare delle storie croccanti e taglienti ma imprescindibili da una riflessione più profonda. Chi sono davvero? Una persona che contiene molta più verità di quello che si pensi.
In quel “davvero” c’è una richiesta di realtà, non trova?
Bisogna definire realtà. Certamente ricercare il privato di un artista nella visione di un suo quadro è legittima, ma penso che nel mio caso questa ricerca venga sopraffatta dalla fruizione del personaggio.
Nel 2017 disse: "Farei volentieri la valletta a Sanremo, adorerei". Nel 2022 è stata convocata come conduttrice. Le aspirazioni delle donne in pochi anni sono cambiate?
Ma io non disdegno assolutamente il ruolo di valletta ancora oggi, si figuri. Da piccina il mio sogno era quello di fare l’assistente del mago: quelle bionde tutte scosciate che porgono una sega con la grazia e l’entusiasmo con cui si porgono dei fiori.
Ah sì?
Beh è un passo in avanti, ma nel mio ruolo di co conduttrice rivendicherò la mia ambizione di essere valletta. Una signora anziana così presuntuosa e abrasiva sarebbe perfetta per portare anche solo una busta.
Su Instagram ha scritto: “Una donna che guarda gli scalini mentre scende una scalinata, non merita quella scalinata”. Come la mettiamo con quella dell’Ariston?
Accidenti a me, di certo non potevo immaginare di dover fare la scalinata più ripida, pericolosa e ambita della televisione italiana. Farò di tutto per fare del mio meglio, se poi casco si occuperanno di me.
Lo scivolo non è stato messo?
No, proverò a contare i gradini, vedrò se mi riesce a farli tutti senza guardarli.
Come viveva Sanremo da spettatrice?
Lo vivevo a cena con gli amici per criticare un pezzo noioso o uno stacco di coscia un po’ troppo esibito. Devo dire che ho goduto della musica di Sanremo più al di fuori delle serate, perché durante mi distraevano le loro chiacchiere. Erano dei casinisti maleducati.
E con la sua domestica Ornella non l’ha mai seguito?
Con lei ho visto gli ultimi Sanremo ed essendo Ornella severa, aggressiva e dispotica, li ho seguiti attentamente perché mi impediva di parlare.
E riesce a rimanere sveglia fino a tarda notte?
Faccio come quando i miei amici mi invitano a fare trekking, fin dove arrivo arrivo. Assicuro la presenza fino alla fine ma l’importante è cominciare, magari volerà in un soffio.
Una canzone che nella sua testa è subito Sanremo?
Ce ne sono molte: mia madre adorava Dio come ti amo. Io ricordo Vacanze Romane, così evocativa, l’intensità di Chiamami ancora amore di Vecchioni, gli outfit di Achille Lauro più che le canzoni, l’ultimo successo rock, sensuale e ringhioso dei Maneskin, la stessa Vita Spericolata di un Vasco sgangherato e poetico.
Per Sanremo, ha rifiutato grandi brand. Chiffon, seta, spesso lunghi abiti da sera fatti di paillettes, possiamo anticipare che Drusilla rimarrà elegante e ricercata ma pur sempre minimal?
A questo giro ho rinunciato alle mie adorate paillettes e calcoli che io mangerei gli spaghetti con le paillettes. I sarti che mi vestiranno amano i colori pieni e per differenziarmi dalla Drusilla sbrilluccicante di Eleganzissima hanno voluto puntare su colori accesi e metterci qualche ricamo orientale.
È molto amica di Alessandro Zan. Qual è stata la più grande sconfitta della tagliola al ddl Zan?
Vorrei partire dalla più grande conquista che è quella della percezione di sé. È un tema filosofico perché la percezione può entrare in conflitto con la visione che si ha di sé. Il ddl Zan ha fatto questo e ha indotto la percezione di sé a essere uno stile di vita.
E la sconfitta?
La più grande l’ha avuta il Parlamento, che dovrebbe essere un luogo di educazione e formazione e invece è diventato un luogo dove si ride e si applaude come delle scimmie del fallimento di un disegno di legge che cerca di proteggere il dolore delle persone. Una sconfitta civile, quella della politica italiana.
L’annuncio del suo nome è stato accolto con un’ovazione per il bellissimo messaggio di inclusività. Qual è la responsabilità più grande della quale crede di essere investita?
Ah no, io mi sottraggo a qualsiasi responsabilità. L’unica responsabilità che ho è la lealtà verso il mio pensiero. Se, esprimendo il mio pensiero, posso dare voce all’inclusività e al mondo Lgbt, di cui sono onoratissima di essere una bandiera, sono contenta.
Come si esprime la lealtà verso il suo pensiero?
Con l’essere in disaccordo con qualsiasi forma di violenza, che sia contro uomini, donne, omosessuali o qualsiasi essere vivente non si senta compreso. Con la contestazione della miopia culturale che c’è adesso, televisiva e cinematografica, generale direi. Con la distanza dall’ostilità che persino un virus che ci ha decimati è riuscito a creare tra di noi, spaccandoci tra pro e no vax con una ringhiosità imbarazzante. Il mio pensiero è composto di tante cose che mi preoccupano e delle quali sono pronta a farmi carico.
Ha una sensibilità impegnativa.
Se non si ha rispetto dell’altro, non si ha rispetto di qualsiasi altro. Che sia un vecchio, uno studente, una giovane donna che, seppur ubriaca o drogata, non autorizza nessuno a violentarla. Io lotto contro il pregiudizio e questo mette il cappello su molte cose.
Viene da gioire comunque per questa festa dedicata a una Rai arcobaleno.
Sì, credo che sia stato fatto un passo, che è stato capito e anche criticato. Ma sa, in certi casi non si fa mai bene.
Amadeus ha spiegato che l'ha fortemente voluta per il suo intelletto, indipendentemente dal corpo che lo contiene.
Dovremmo fare tutti questo sforzo verso i contenuti indipendentemente dall’involucro per essere tutti più arricchiti, sereni ed evoluti.
Se dovesse definire i suoi Yin e Yang?
È la storia di un conflitto che al tempo stesso abbraccia. Il mio lato oscuro è il tormento, che come lo Yang ha in sé una pallina di luminosità, e l’altro lato è la curiosità e la vitalità che sento, che ha dentro comunque una pallina di irrequietezza, di quel tormento di cui sopra.
Drusilla e il grande amore della vita. Il lutto dopo la morte di suo marito ha compromesso la sua capacità di amare?
No, tuttora io sono in amore per la persona che ho perso.
Un altro uomo in futuro?
Mai dire mai, ma insomma, sono con un piede nella fossa (ride, ndr). Ho avuto talmente tanto che io sarei anche a posto.
Di solito, porta al collo la targhetta di casa di suo marito Hervé. Sarà con lei anche sul palco dell’Ariston?
In tasca perché al collo ci metto dei brillanti favolosi, enormi. Brillanti poi, le copie, perché quelli veri li ho venduti tempo fa. Ma sul serio, sa cosa porterò? Porterò qualcosa che è appartenuto a ogni donna importante della mia vita: un anello di mia madre, degli orecchini e un anello di mia nonna, un bracciale di mia zia Dora e gli orecchini di Sara Bencini, che era un’amica gioielliera a cui dedicherò questa mia bella fracassatura di femore quando cadrò dalle scale di Sanremo.
Lei detesta gli aperitivi e ama le cene a 6, la sera dopo Sanremo chi sarebbero gli altri cinque commensali?
La sera dopo Sanremo vado a letto alle 20.00, mangio una galletta orrenda e per i successivi tre giorni non voglio vedere nessun altro se non la mia immagine raccapricciante senza trucco e senza ciglia finte nello specchio. Ah, sarò anche inseparabile dal mio orrido pigiama di pile.
Ingeneroso rispetto agli outfit che indosserà.
Un tessuto che condanno con tutta me stessa ma perché non accogliere la bruttezza del pile, semmai ci intitolerò così il prossimo libro.
Gianluca Gori e Drusilla Foer sono divisi solo da un sipario?
Sono divisi da molto più di un sipario. Sono in luoghi diversi, credo che nessuno dei due rinunci al proprio luogo. Il giorno in cui accadrà, credo che uno dei due farà un bel botto in cielo in un incidente aereo.
Fatto Sanremo e tornata ad Eleganzissima in teatro, la massima ambizione che resta è quel famoso film con Virzì?
Anche, ma soprattutto voglio la faccia sulla settimana enigmistica, dopo tutto il culo che mi sono fatta in questi anni la pretendo. Ci va chiunque, nomi che non conosco, veline di 15 anni fa, ci devo andare anche io.
A chi dedica questo Festival?
Lo dedico a chi mi vuole bene e a chi mi vuole male.