Depp contro Heard, verso il verdetto: la diffamazione passa anche dal titolo dell’editoriale
Si è conclusa ieri, martedì 31 maggio 2022, la seconda giornata di deliberazioni della giuria legata al processo per diffamazione di Johnny Depp contro Amber Heard. Al momento, nessun verdetto raggiunto dopo più di nove ore di camera di consiglio e i sette giurati (cinque uomini e due donne) hanno deciso di riunirsi nuovamente oggi mercoledì 1 giugno presso il Fairfax County Circuit Court.
Le richieste di chiarimento sul titolo dell'editoriale
Il giudice Penney Azcarate ieri ha chiesto delucidazioni ulteriori al team di legali di Johnny Depp in merito al titolo dell'editoriale pubblicato sul Washington Post nel dicembre del 2018: “Penso che ci sia confusione perché ciò di cui si discute è racchiuso nel titolo dell’editoriale, quindi penso che i giurati siano confusi sul fatto se il problema sia nell’intero editoriale o o soltanto nel titolo. Ma è chiaro che il titolo è la dichiarazione”.
Il titolo era "Ho denunciato la violenza sessuale e affrontato l'ira della nostra cultura. Tutto ciò deve cambiare", quindi se nell'articolo la Heard ha avuto cura nel non citare l'ex marito, pur fornendo una serie di riferimenti che avevano reso riconoscibile la sua persona, e nel non andare nello specifico della definizione di violenze domestiche, fossero essere solo psicologiche o anche fisiche, nel titolo si era spinta verso l'accusa esplicita di violenza sessuale.
Di rimando, il team legale dell’attrice ha motivato l'incongruenza spiegando che non aveva scritto lei il titolo dell’editoriale, ma i legali di Depp anche qui hanno tentato di smontare la difesa: l'attrice di Aquaman ha twittato l'articolo senza contestazione alcuna del titolo stesso.
Le tappe del processo Depp-Heard in Virginia
Depp ha citato in giudizio Heard per 50 milioni di dollari, accusandola di averlo diffamato con un editoriale del 2018 sul Washington Post, nel quale aveva descritto se stessa come "un personaggio pubblico vittima di abusi domestici". Heard ha rilanciato con una richiesta di 100 milioni di dollari contro la star di "Pirati dei Caraibi" dopo che l'avvocato dell'ex marito ha definito "una bufala" tutte le sue accuse. Alla fine dei giochi, ciascuno incolpa l'altro di aver distrutto la propria carriera, motivo per il quale sono finiti in questa causa civile che prevederà una condanna per eventuali risarcimenti ma nessun provvedimento penale.
Le testimonianze durante il processo, in corso da sei settimane, hanno cacciato fuori tutto il marcio del loro breve matrimonio. La Heard ha dichiarato di essere stata aggredita fisicamente e sessualmente più di una dozzina di volte, mentre Depp si è dichiarato innocente ed ha affermato con forza che sarebbe stata lei ad abusare di lui. "C'è un molestatore in quest'aula ma non è Johnny Depp", così hanno aperto l'arringa conclusiva di venerdì scorso gli avvocati del divo. Entrambe le parti hanno concluso chiedendo al giudice Penney Azcarate e alla giuria un verdetto che potrebbe restituire la vita personale e lavorativa ai loro clienti.
Perchè il verdetto finale non è ancora arrivato
Martedì 31 maggio, gli avvocati di Depp hanno chiesto alla giuria di ignorare una parte dell'argomentazione conclusiva avanzata dall'avvocato di Heard. Nella loro mozione scritta, hanno fatto riferimento al modo in cui l'avvocato si è espresso con la giuria, invitando i giurati a riflettere sul fatto che la loro decisione avrebbe inviato un messaggio a "tutte le vittime di abusi domestici", lasciando un precedente nella gestione delle denunce: “Non importa quanto tu sia onesto riguardo le tue imperfezioni e i tuoi difetti in una relazione, devi essere perfetto affinché le persone ti credano. Non inviate quel messaggio", ha dichiarato Rottenborn.
Gli avvocati di Depp hanno dichiarato che Rottenborn, chiedendo alla giuria di concentrarsi su un obiettivo sociale più ampio rispetto al caso specifico, ha utilizzato in modo improprio la sua posizione. Il giudice ha risposto che non avrebbe preso in considerazione la mozione perché il caso era già passato nelle mani della giuria lo scorso venerdì. Spetterà a quest'ultima considerare se uno dei due ha subito un danno alla carriera a causa delle bugie dell'altro. E mentre spuntano prove sul fatto che entrambe le carriere siano state danneggiate, sta risultando molto più complicato cercare di collegare quel danno a specifiche dichiarazioni diffamatorie.
"La sua stella si era già offuscata", le analisi sull'accusa del divo
In particolare, Johnny Depp ha affermato di aver perso decine di milioni di dollari a causa delle accuse di violenza domestica di Heard, ma le testimonianze hanno dimostrato che era una star in netto declino già prima della lettera della ex moglie e una serie di battute d'arresto legali lo avrebbero reso praticamente inutilizzabile dalle produzioni hollywoodiane (come riportato da Variety). L'ex agente di Depp ed ex manager d'affari, infatti, ha testimoniato che il comportamento non professionale di Depp aveva offuscato l'entusiasmo di Hollywood, portandolo a gravi difficoltà finanziarie. Sul set di Pirati dei Caraibi 5 e di altri film, Depp era spesso in ritardo e impreparato, e pare ricorresse a un auricolare per ricordare le battute. "La sua stella si era offuscata", ha aggiunto senza mezzi termini Tracey Jacobs, l'agente della UTA che lo accompagnato per quasi tre decenni di carriera.
Le cose, sempre stando ai racconti, sarebbero andate così male sul set dell'ultimo film Pirati dei Caraibi che la Disney avrebbe disposto uno staff dedicato fuori la casa di Depp per riferire sui movimenti dell'attore e far sapere al set quando era sveglio e in grado di lavorare. La situazione sarebbe degenerata quando la punta del dito di Depp fu mozzata, conseguenza che poi lui ha riportato come danno fisico infertogli dalla Heard dopo il lancio di una bottiglia durante una furibonda lite. La Disney, come riporta Variety, è dovuta ricorrere a una grande opera di computer grafica per coprire la sua ferita e rispondere così di un incidente non da poco.
Perché Johnny Depp ha citato l'editoriale del Washington Post
"Dopo l'editoriale, è stato impossibile procurargli una parte in un film", ha testimoniato Jack Whigham, il talent manager che ha preso il posto di Jacobs dopo che quest'ultimo è stato licenziato nel 2016. Ma l'editoriale è stato pubblicato due anni e mezzo dopo che Amber Heard aveva parlato per la prima volta di abusi, cosa che aveva già portato le maggiori produzioni ad allontanarsi dal divo. Heard, infatti, inizialmente aveva accusato Depp di averla abusata fisicamente quando aveva chiesto il divorzio e ottenuto un ordine restrittivo nel maggio 2016.
Il nodo sarebbe qui: Johnny Depp ha firmato un accordo di divorzio in cui ha rinunciato a qualsiasi diritto di citare in giudizio l'ex moglie Amber Heard per le affermazioni del 2016, motivo per il quale è stato costretto a fare causa per l'editoriale di dicembre 2018. La sua squadra ha tentato di dimostrare che è stato l'editoriale, e non le precedenti affermazioni, a fare il vero danno alla sua carriera.