Depardieu a processo per stupro, l’attore: “Nessuna molestia, l’ho afferrata ai fianchi per farmi ascoltare”

Gérard Depardieu è comparso ieri a processo per difendersi da due donne che, per fatti avvenuti sul set di Les Volets verts nel 2021, l'hanno accusato di violenze, molestie e insulti a sfondo sessuale in pubblico. L'attore e regista, dopo 50 anni di carriera e 200 film alle spalle, è comparso in tribunale a Parigi martedì 25 marzo, dove rischia 5 anni di carcere. La difesa dell'attore nega qualsiasi tipo di violenza sessuale: "Tutte le accuse sono false, passeremo da una procedura schiacciante a una che si rivelerà a favore di Depardieu", ha detto il suo avvocato.
Il processo per stupro
Nelle prime file in aula presente Fanny Ardant, amica di lunga data di Depardieu, citata come testimone dalla difesa in quanto protagonista anche lei -del film Les Volets verts. Il processo era stato inizialmente fissato a ottobre, ma poi era stato rinviato per motivi di salute dell'imputato, vista la sua grave forma di diabete e i quattro by-pass coronarici. Per gli stessi motivi, l'udienza si è aperta secondo codici precisi: non più di sei ore complessive, pause frequenti di almeno 15 minuti per consentire all'imputato di riposare e andare in bagno. Il procedimento andrà dunque avanti per almeno due o tre giorni.
Dalla parte opposta dell'aula, le due donne che accusano l'attore, Amélie, assistente scenografa, e una collega assistente alla regia. La prima ha raccontato che, a un certo punto, l'attore l'avrebbe "afferrata brutalmente e bloccata fra le sue gambe", invitandola a fare sesso in pubblico. L'avvocato dell'attore ha sostenuto di poter dimostrare "che tutte le indagini hanno avuto finora un solo obiettivo": ottenere l'arresto di Depardieu. "Si è omesso di ascoltare testimoni che dicevano di non aver assistito a violenze o molestie", ha detto il legale.
La versione di Depaurdieu
L'attore è riuscito a fare la sua dichiarazione preliminare, prima di essere contro-interrogato dalle legali delle due donne. Ha confermato di aver discusso con Amélie sul set a proposito di un quadro che era appeso nell’appartamento, credendo che lei fosse la proprietaria. "Quando ho capito che lavorava sul set le ho detto “Perché mi stai mentendo? Perché non mi hai detto che facevi parte della troupe?” Dici che quel quadro è una crosta, ma mi piacerebbe averne una… Dovresti decidere se vuoi fare l’antiquaria o la decoratrice nel cinema".
In quel momento l’ho afferrata per i fianchi perché mi ascoltasse, poi le ho parlato del fatto che stava sempre al telefono. Mi ha detto che stava cercando degli ombrelloni per una scena nel Sud. Le ho detto: “Ombrelloni, ombrelloni… Sai dove devi metterli gli ombrelli… Finisci questa scena, ora basta!” L’ho sgridata, è vero, ma questa non è un’aggressione sessuale.