De Niro paragona Sorrentino a Scorsese e Allen: “Racconta Napoli come loro raccontavano New York”
Paolo Sorrentino non aveva certamente bisogno di consacrazioni e attestati di stima che confermassero il suo talento registico e la sua popolarità internazionale, ma l'effetto suscitato da La mano di Dio in Robert De Niro, scaturito in un commento scritto dall'attore a Deadline, è di quelli che non possono lasciare indifferenti.
De Niro scrive de È stata la mano di Dio
De Niro si concentra sulla capacità di Sorrentino di raccontare una storia che ha per protagonista il suo surrogato, il protagonista Fabietto, riuscendo allo stesso tempo a rendere protagonista lo sfondo ambientale della storia, Napoli, che specialmente per questo film non è solo un luogo. Una Napoli raccontata in modo estremamente personale che, scrive De Niro: "Si tratta di un film incredibilmente personale. L'amore di Sorrentino per Napoli si condivide da subito nelle prime inquadrature bellissime. Amore che si vede nel suo affetto per la varietà dei personaggi della storia: eccentrici, spesso molto divertenti, appassionati, pieni di gioia e speranza".
Il paragone con Scorsese e Woodie Allen
L'attore non si limita a menzionare le capacità descrittive insite nell'uso della regia di Sorrentino, ma scomoda paragoni alti, proprio comparando Napoli alla sua New York. "Sono stato a Napoli solo poche volte, ma questo film trasmette alla perfezione la napoletanità esattamente come molti film di Martin Scorsese (Wolf of Wall Street, Mean Streets e Taxy Driver) così come molti di Woody Allen (Io e Annie, Manhattan etc.) rappresentano perfettamente New York. In un certo senso Napoli mi ricorda la New York italo-americana che tanto amo".
Il paragone con Scorsese in particolare non può che essere lusinghiero, essendo il regista uno dei nomi citati da Sorrentino come fonte di ispirazione durante il suo discorso in occasione dell'Oscar vinto nel 2014 (tra quei nomi c'era anche Maradona). De Niro, infine, ringrazia Sorrentino raccontando il dialogo tra Fabietto e Capuano, quando il giovane gli dice di voler andare a Roma per fare il cinema: "Solo gli stronzi vanno a Roma", gli risponde il suo mentore. E De Niro commenta così: "Fabietto va comunque a Roma alla fine del film.. E ora – 35 anni dopo – Sorrentino è tornato a Napoli grazie a ‘È stata la Mano di Dio'. Grazie mille, Paolo!".