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Daria Bignardi e il Grande Fratello: “Rimasi incinta pur di non fare la terza edizione”

Daria Bignardi si racconta al podcast Tintoria, ripercorrendo la sua carriera e parlando degli impegni che l’hanno segnata di più. Da quello al Grande Fratello, fino alla direzione di Rai3: “Fu un errore, accettati dopo la malattia”.
A cura di Andrea Parrella
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Daria Bignardi è stata il volto delle prime edizioni del Grande Fratello. Anni nei quali il reality show cambiava in modo irreversibile i paradigmi della televisione, rappresentando l'ultima vera rivoluzione di questo mezzo di comunicazione. La scrittrice e conduttrice è però riuscita a sfuggire alla pesante etichetta del Grande Fratello, decidendo di uscire dal progetto e probabilmente intuendo che il programma sarebbe cambiato molto nel corso degli anni.

La rinuncia al GF

Nella cornice ironica e leggera del podcast Tintoria Daria Bignardi ha raccontato proprio questo aneddoto, spiegando in che modo riuscì a evitare di condurre una terza edizione del programma: "Avevo un contratto per tre anni, dopo il secondo Gf rimasi incinta pur di non fare il terzo“. Bignardi ha parlato anche di Taricone, simbolo di quella prima edizione del Grande Fratello e morto meno di dieci anni dopo in un incidente paracadutistico: "con Pietro Taricone c’era un’intesa particolare, era un ragazzo un po’ speciale“.

Gli anni da direttrice di Rai3: "Una follia, accettai dopo la malattia"

Dopo il Grande Fratello arrivarono diversi programmi, tra i quali Le Invasioni Barbariche, ma anche la direzione di Rai3. Un ‘esperienza che Bignardi ricorda in modo assai negativo:

Fare la direttrice di Rai3 è stato forse l’unico vero grande errore della mia vita. Ho accettato di farlo perché era un momento particolare, mi ero ammalata – una malattia seria – avevo fatto 4 cicli di chemioterapia. Mi arrivò la proposta: quando esci da una cosa così hai bisogno di non pensarci… e allora accettai questa follia di fare la direttrice di Rai3“.

Quindi aggiunge: “Per carità, a Rai3 ho fatto anche cose belle, per esempio Sono Innocente, programma sugli errori giudiziari, o Stato Civile, sui matrimoni omosessuali. Le persone che lavoravano a Rai3 erano bravissime, ho fatto un sacco di amicizie. Ma proprio non era il mio ruolo. Io sono un’autrice, lì invece è un altro lavoro. Per lavorare in Rai devi avere gli anticorpi. Era una posizione di potere? Brutto! Io proprio non ci sto bene, non è il mio, ho fatto veramente molto fatica (… ) Alla fine mi sono dimessa, rinunciando al denaro“.

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