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Con Andrea Delogu, la musica è tornata protagonista: ode alla conduttrice dell’estate

Andrea Delogu è la regina dell’estate e i suoi meriti vanno ben oltre il Tim Summer Hits. Cresciuta dagli anni Novanta, riesce a ritrasmetterne tutto l’entusiasmo grazie alla contagiosa spontaneità di cui è sana portatrice. Se la musica in tv è tornata a funzionare, lo dobbiamo anche, se non soprattutto, a lei.
A cura di Grazia Sambruna
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Quanti appuntamenti ci vogliono per innamorarsi? A quanto pare, sei. O almeno questo è ciò che ha dimostrato Andrea Delogu alla guida del Tim Summer Hits su Rai 2. A prescindere dagli ascolti e dalla pletora di “trappisti” in scaletta, la conduttrice è l’unico motivo per cui ricorderemo con piacere l’intero Festivalbarino del Servizio Pubblico. In coppia con Nek, si è rivelata vera mattatrice della kermesse sia in tv che via social. Nel corso delle ultime due puntate, per esempio, non potendo twittare di persona, ha affidato la gestione di “X” all’amica Stefania che, come lei, non si è persa un cinguettio, rispondendo e ripostando i più divertenti (o stramboidi) con grande autoironia. Ciò che più convince di Delogu è la sua spontaneità: chiunque sogna di passare una serata a bere e chiacchierare con lei, anche se è astemia. Fisicamente una semidea, non era scontato che generasse così tanta simpatia. Ci è riuscita comunque diventando la regina dell’estate. Non solo per mancanza di “rivali” all’altezza. Per meritare questa corona ci vuole ben più di qualche fortunata contingenza.

Nel corso dei sei appuntamenti con il Tim Summer Hits dl palco l’abbiamo vista fare di tutto: una gara a chi ce l’ha più grossa (la pancia) con Emma, esprimere il suo grande amore per le piadine, annunciare con entusiasmo ogni cantante in gara, salvo poi restare a canticchiare, post performance, solo i brani che, immaginiamo, avrà davvero in playlist. Andrea Delogu è onesta, ammette candidamente di “aver trattenuto il fiato finora” per riuscire a stare nell’attillatissimo vestito di scena, è una fan, ma soprattutto un’entusiasta per natura. Non ha impiegato poco tempo per arrivare dove sta e ogni secondo restituisce la sana impressione di essere grata per il traguardo raggiunto. Deliziosa anche quando prende in giro Nek, divenuto di puntata in puntata sempre più sciolto anche grazie a lei, per le pose che assume sul palco quando canta o per l’accento di Sassuolo. Tra l’altro, abbiamo sentito pure lei intonare, microfono alla mano, accenni di hit estive. E non è nemmeno stonata, maledetta.

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Mentre un po’ ci auguriamo che, almeno, cucini malissimo, allo stesso tempo ce ne dichiariamo perdutamente innamorati. Andrea Delogu è nata per lo spettacolo perché riesce a comportarsi sul palco come se fosse a casa sua. O, se non altro, dà questa impressione. E quando una persona si diverte in scena, passa lo stesso entusiasmo ai telespettatori. Non importa quanto possano essere deludenti i tormentini estivi che sfilano in scaletta, Delogu riesce nell’arduo compito di trasmettere un mood da grande evento per ogni quisquilia. E anche questo è saper fare il proprio sporco lavoro.

Con la speranza, anzi già la certezza, che il Tim Summer Hits sia stato un viatico per lei verso palchi più importanti (sì, intendiamo dire proprio l’Ariston per un Festival di Sanremo), ode sperticata ad Andrea Delogu: una di noi e forse unico personaggio tv completamente credibile in questo scenario estivo dove il più brioso dei conduttori (e delle conduttrici) è fatto della stessa sostanza di un tronco di pino. Più della scaramanzia, possono l’impegno, l’esperienza, il talento e la personalità. Lei le ha tutte. È Geri Halliwell insieme a tutte le altre Spice, Jennifer Lopez mentre canta di prepotenza Let’s Get Loud, la necessaria riscossa di ogni vj di Mtv ingiustamente obliato. Ed è cresciuta, come quasi tutti noi, con una cotta spropositata per Nick Carter dei Backstreet Boys. Se pensate che sia facile surfare così l’impegno di un palco, date un occhio agli altri Festivalbarini in onda. Non esiste gara con nessuna. Né tantomeno con nessuno.

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Sto scrivendo. Perennemente in attesa che il sollevamento di questioni venga riconosciuto come disciplina olimpica.
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