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Claudio Cecchetto: “Fiorello, Amadeus, Jovanotti, li ho scoperti tutti io”

Il Pippo Baudo della radio racconta gli anni d’oro di Radio Deejay in una bella intervista al Corriere della Sera.
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Claudio Cecchetto racconta i meravigliosi anni '80 in una intervista rilasciata al Corriere della Sera. Si parla della storia di Radio Deejay, fondata proprio da Claudio Cecchetto nel 1982 e lasciata poi alla guida di Linus a partire dal 1994. Sotto l'egida di Radio Deejay sono cominciate le carriere più importanti della televisione e dello spettacolo: Jovanotti, Fiorello, Amadeus, Marco Baldini, Gerry Scotti e, più di recente, Fabio Volo, Alessandro Cattelan, Nicola Savino e Platinette.

L'elogio alla provincia

Claudio Cecchetto racconta di aver messo nella stessa casa Jovanotti, Sandy Marton, Marco Baldini e Franchino Tuzio perché "venivano dalla provincia" e chi arriva dalla provincia ha più fame:

Io sono da sempre convinto che la provincia abbia più da dire rispetto alla città; per chi vive in provincia la città è un traguardo; per chi già vive in una metropoli quella è solo la realtà. In linea di massima non hai stimoli per progredire, non hai traguardi. Chi arriva da fuori invece vuole spaccare tutto.

Fiorello e Baldini: "Marco aveva capito che doveva fare gli assist"

Su Fiorello e Marco Baldini, una grande amicizia purtroppo sfumata, Claudio Cecchetto spiega che aveva capito che proprio Baldini era l'uomo perfetto da affiancare a Fiorello:

Mi colpì subito. Gli avevo chiesto di mandarmi una cassetta per capire che tipo era, ne arrivarono 25. In lui intravidi subito la spalla per Fiorello, perché gli altri deejay non avevano capito che non dovevano fare a gara con lui, perché Fiorello vinceva sempre. Baldini era perfetto, faceva l’assist ma tutti i gol doveva farli Fiore.

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Su Amadeus e Gerry Scotti

Amadeus non faceva parte di quell'appartamento ma, come spiega Claudio Cecchetto, "fu la sua forza": "Disse che abitava a Milano da un amico che lo ospitava, ma non era vero. Dopo un mese che lo vedevo con le occhiaie pensavo fosse per serate ricche di stravizi, invece ogni giorno prendeva il treno alle 5 di mattina da Verona. Non mi disse niente per non creare problemi. Proprio questa disponibilità mi è piaciuta. Poi andò nella casa che aveva lasciato Tracy Spencer". Gerry Scotti invece voleva andare in America a fare il pubblicitario: "Lavorava anche come copy per la McCann, l’agenzia di pubblicità, e quello gli sembrava un lavoro più solido. Gli parlai e lo convinsi a rimanere, gli dissi che era nato per questo lavoro. Io volevo una radio fatta di persone che riconoscevi dalla voce, per me il suo timbro diverso era un plus". 

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