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Lol 4 - Chi ride è fuori

Ciro Priello su Lol 2: “Bravo Maccio Capatonda, hai vinto seguendo il mio stesso spirito”

A Fanpage.it, l’attore e conduttore commenta la seconda edizione del format che ha stravinto un anno fa e lascia qualche indizio sul futuro: “Con The Jackal, nuove serie tv e nuovi film”.
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"A Maccio da vincitore a vincitore, gli dico bravo perché ha affrontato il programma con lo spirito giusto". Parola di Ciro Priello, collega di Maccio Capatonda, non solo per il sopraffino mestiere della comicità ma soprattutto perché vincitore della prima edizione di Lol – Chi ride è fuori. A Fanpage.it, il frontman dei The Jackal commenta la seconda edizione del format che ha stravinto un anno fa e che gli ha permesso di attestarsi definitivamente agli occhi del grande pubblico della tv: "Lol mi ha dato davvero tanto. Dopo sono arrivati Tale e Quale Show e il PrimaFestival. E il futuro è sempre con The Jackal"Stiamo lavorando su più fronti: nuove serie tv, nuovi lungometraggi, nuovi format". Impossibile, da grande tifoso, non parlare del suo Napoli"Non penso ad altro che alla partita contro il Milan". 

Ti è piaciuta questa seconda edizione?

Sono riuscito a vederla ieri sera e ho evitato per tutta la giornata gli spoiler che mi partivano a raffica su TikTok. Questa edizione mi ha molto divertito. All’inizio immaginavo di giocare quasi con loro, poi mi sono lasciato andare come spettatore ed è stato davvero molto divertente.

Ti aspettavi la vittoria di Maccio Capatonda?

Immaginavo sin dall’inizio che potesse vincere Lol 2. Mi è sempre sembrato molto concentrato e poi credo che abbia affrontato il programma con lo stesso mio spirito.

Ovvero?

Dimenticarsi del format e giocare. Questa è stata la differenza forse sostanziale tra la mia edizione e questa. Nel mio caso, noi non eravamo pienamente consapevoli della forza di Lol, invece quest’anno tutti sapevano cosa avrebbe prodotto Lol. Però devo dire che poi si sono lasciati andare, soprattutto i due finalisti.

Cosa succede quando ti lasci andare? 

Non ti preoccupi più di quello che succede. Non pensi ad arginarti o a bloccarti, non pensi alla battuta da dire ma solo a giocare in maniera libera e genuina. Se fai questo, a quel punto si vince e basta. Lol tira fuori proprio la genuinità di un gruppo di amici che non si preoccupa di come apparecchiare le battute. Lì anche una freddura al volo detta in modo spontaneo ti fa vincere. In questo, Maccio non ha avuto rivali.

Ai nostri microfoni, Maccio Capatonda ci ha confessato questa cosa carina: ti ha incontrato più volte in giorni in cui lui aveva già vinto Lol, ma non poteva raccontartelo. 

Effettivamente è così. Quando l’ho incontrato in ufficio perché dovevamo girare delle cose, io gli avevo detto: “Ma farai Lol? Secondo me vinci tu”. Lui mi ha risposto (imita la voce di Maccio Capatonda, ndr): “Non ho fatto niente ma pure se lo avessi fatto non te lo potrei proprio dire”.

Dopo Lol è cominciato un biennio straordinario. Sei stato il vincitore morale di quella edizione di Tale e Quale Show e sei arrivato fino al PrimaFestival. 

Lol mi ha dato davvero tanto in termini di visibilità e di affetto. Averlo vinto mi ha dato modo di sperimentarmi e reinventarmi, perché lì dopo un tot di ore le battute ti finiscono. Poi, sì, da quel momento è arrivato Tale e Quale che mi ha dato la possibilità di raccontarmi a 360 gradi e a quel punto ho avuto la possibilità di far vedere che dentro di me c’è anche altro. Non si aspettavano forse che dentro di me c’era tutta questa passione. L’esperienza del PrimaFestival è stata comunque un esperienza figlia di Tale e Quale perché gli autori erano gli stessi. Me ne avevano parlato, ma io non ci credevo. A Tale e Quale io ho fatto da autore di me stesso. Ho curato la genuinità dei confessionali, ho scritto da solo le gag che aprivano le esibizioni. Questo forse ha giocato per convincere gli autori a darmi una grande occasione con il PrimaFestival.

Ciro Priello al PrimaFestival
Ciro Priello al PrimaFestival

Com’è andata? 

Mi porto dentro tanti momenti, tra tutti la gag con Aka7even dove lui era in preda al panico e io gli dicevo: “Guarda che questo è un palco importante”. Mi sono divertito a umanizzare quella che è una cosa normalissima: l’ansia da prestazione e da palcoscenico. Considerare gli artisti come supereroi è sbagliato e non ci ho mai creduto.

Hai raccontato il lato umano di un artista. 

Sì, un artista ha i suoi dubbi e le sue paure, ci fa i conti tutti i giorni. Raccontare il lato umano è un aspetto che ho imparato a coltivare sul web. Penso al gruppo che abbiamo, “Inside The Jackal”, che ci dà la possibilità di confrontarci da pari con il nostro pubblico, ci fa capire critiche, punti di forza. Ci rende umani.

Hai provato a entrare nella scuola di Amici, ormai vent’anni fa. Tra un po’ inizia il serale del talent show: se arrivasse Maria a offrirti una poltrona da giudice?

Se dovesse capitare, perché no, se non altro anche per chiudere un cerchio. Mi sento in grado di dare un parere o un consiglio tecnico su una prestazione artistica. Il futuro per adesso vede di certo un nuovo film, insieme a Fabio Balsamo, diretto da Giampaolo Morelli, “Falla girare”.

E poi cos’altro c’è nel futuro? Qualcosa di nuovo con The Jackal? Un’altra serie tv? Un film?

Stiamo lavorando su più progetti. Tre o quattro filoni differenti. Altre serie tv, ma non solo, stiamo anche valutando l’idea di nuovi lungometraggi e nuovi format sempre a firma The Jackal.

Ciro Priello grande tifoso del Napoli. Nella settimana dello scontro con il Milan, non posso non farti la domanda delle domande: come ti senti?

Mamma mia, io dopo la partita con la Lazio non riesco a pensare ad altro. Il gol di Fabian Ruiz mi è sembrato il gol scudetto. Nella storia del Napoli più recente non ricordo un cambio così repentino, sia dal punto di vista dello spirito, del risultato e della classifica, con quei sei minuti di fuoco. Su domenica non voglio dire proprio niente, ma non vedo l’ora soprattutto di vedere il Diego Armando Maradona finalmente con tutti i gruppi organizzati. Lo spettacolo del calcio se lo merita.

È scoppiata di nuovo la passione?

L'abbiamo sempre avuta, però dopo lo scudetto scippato nel 2018, i tifosi hanno un po' rotto con il sistema calcio. La partita con la Lazio, invece, sembra aver riacceso l'entusiasmo di tutti.

E di questa nuova maglia rossa con cui giocherà il Napoli contro il Milan, che ne pensi?

Non ci trovo nulla di sbagliato perché il marketing ormai è in tutte le cose, l'importante è che ci sia lo stemma del Napoli. Più che altro, penso un'altra cosa. Ma è atroce se te la dico.

Dilla pure, tanto siamo in chiusura. 

Soffro il fatto che non ci sia più la maglia numero 10. Maradona è un Dio e capisco tutto quello che è stato, però mi piacerebbe rivedere un giocatore con un numero come il 10, che fa sognare gli appassionati di tutto il mondo, con la maglia della mia squadra del cuore.

Un ragionamento limpido che anche chi firma l'intervista condivide. 

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