Chiara Iezzi: “Con mia sorella Paola abbiamo condiviso un fidanzato, oggi sarebbe impossibile”
Sono trascorsi quasi 20 anni dal momento in cui Paola e Chiara Iezzi – protagoniste del duo musicale Paola e Chiara – cominciarono a frequentare in contemporanea lo stesso uomo. Una relazione durata circa 4 mesi, vissuta sapendo l’una dell’altra. Intervistata da Il Messaggero, Chiara torna a parlare di quel legame fuori dagli schemi: “Quella cosa lì adesso sarebbe impossibile da vivere, siamo grandi, siamo altre persone. Secondo me chi fa arte attinge dalle proprie esperienze, anche le più intime e nascoste, e da quello che vede o intuisce negli altri”. Di quel legame, pur senza entrare nel dettaglio, le due artiste parlarono anni fa in un’intervista rilasciata al settimanale Gente: “Scoprirlo è stato uno choc ma dopo qualche incomprensione ci siamo spiegate”.
Chiara Iezzi: “Separarmi da Paola fu doloroso anche per me”
Iezzi torna a parlare della separazione artistica dalla sorella Paola, decisa nel 2013. Secondo quest’ultima, si sarebbe trattato di una decisione unilaterale. “Abbiamo una percezione diversa di quello che è successo”, specifica oggi Chiara, “Io sono un po' ribelle sì, ma fino a un certo punto. Come lei sono soprattutto una gran lavoratrice e quando ho preso la decisione di fermarci è stato molto doloroso anche per me. Io ci pensavo da anni, perché le cose non andavano bene, ma visto che faccio fatica ad affrontare i conflitti perché temo le reazioni delle persone, non sapevo come dirglielo. Solo che non si poteva più andare avanti”. Quindi, spiega le ragioni della sua scelta:
Eravamo completamente indipendenti e ci sono mancate le risorse per produrre i dischi, stamparli e distribuirli. Nessuno ci sosteneva e ci saremmo sicuramente fatte tanto male se non ci fossimo fermate.
Chiara Iezzi: “Nel 2013 ci fermammo prima di fallire”
La cantante precisa che quella presa nel 2013 fu una scelta dettata soprattutto dalla necessità di evitare di incappare in una difficoltà ancora maggiore rispetto a quelle sperimentate fino a quel momento: “A volte si lascia un segno, altre no. Per questo eravamo meno comprese e ascoltate: non era il momento giusto. Adesso, invece, sono tornati gli Anni Novanta e tutto va bene. Nel 2013, dopo aver già pagato di tasca nostra l'album Giungla, avremmo dovuto spendere anche per la promozione e gli eventi. Paola non voleva capire cosa rischiavamo, così prima di fallire e finire a strisciare per terra, tirai il freno. La pausa alla fine ci ha fatto bene: ci siamo concentrate più su noi stesse e ci siamo ricaricate. Adesso io e lei collaboriamo solo quando ci va, la musica deve farci divertire senza ansie. La qualità della vita, dopo i quaranta, è importante. Per questo mi sono dedicata anche al mio sogno di bambina: recitare”.