Chiara Ferragni indagata per truffa come Wanna Marchi, l’avvocato: “Stessa accusa, ma c’è una differenza”
Dal momento che l'indagine sulla falsa beneficenza del pandoro Pink Christmas ha portato Chiara Ferragni a essere indagata per truffa aggravata, il nome della influencer è stata più volte accomunato a quella della storica truffatrice nazionalpopolare: Wanna Marchi. Non è un caso se la ex signora delle televendite, in compagnia di sua figlia Stefania Nobile, si ritrovi spesso in tv (erano proprio nella giornata di ieri ospiti di David Parenzo a L'Aria che Tira), in radio o sui giornali a parlare della sua esperienza in relazione proprio a quello che è accaduto alla diva dei social media. Su Mowmag, in una intervista firmata da Giulia Sorrentino, parla l'avvocato Liborio Cataliotti che difese proprio la signora Marchi e sua figlia Stefania Nobile sottolineando somiglianze e differenze tra i due casi: "Se fosse confermata la truffa, ogni singolo acquirente avrebbe il diritto di chiedere il risarcimento costituendosi parte civile".
Le parole dell'avvocato
Wanna Marchi vendeva previsioni del futuro, Chiara Ferragni promuoveva vendite con false promesse di beneficenza. La differenza è tutta qui, secondo l'avvocato, e questo potrebbe finire per configurare una truffa aggravata, un reato che potrebbe dare la possibilità di risarcimento a tutti gli acquirenti truffati. Sul parallelismo tra i due casi, così l'avvocato:
Intanto il parallelismo più evidente è il reato che viene contestato, poi non posso dire né che fosse fondato nei confronti delle mie clienti, tantomeno posso dire se sia fondata o meno l'accusa nei confronti di Chiara Ferragni. Ciò premesso, la condotta che avrebbero tenuto Wanna Marchi e Chiara Ferragni è completamente diversa. Quello che noi chiamiamo il substrato di fatto è completamente differente: nel caso di Wanna Marchi la truffa si sarebbe congegnata nel vendere previsioni del futuro, che ovviamente non poteva fare. Nel caso di Chiara Ferragni, invece, ci sarebbe stata la speculazione sull’indotta convinzione degli acquirenti di contribuire a un'azione benefica. Stesso reato ma diversa condotta.
"Wanna Marchi vendeva la fortuna, Chiara Ferragni no"
La differenza è tutta qui: l'una vendeva un'astrazione, l'altra cose concrete ma non vere: "L'una avrebbe venduto la fortuna, mentre l'altra avrebbe promesso ai consumatori, secondo l'ipotesi di reato, cose ben concrete ma non fondate, anzi, proprio non veridiche".