Chiara Ferragni fuori dal cda Tod’s: “Non può essere membro indipendente e fare pubblicità”
Chiara Ferragni smette di essere membro indipendente del cda di Tod’s. Il motivo è legato al cosiddetto “effetto Ferragni”, ovvero al profitto che il gruppo ha tratto dal suo ingresso in società a partire dallo scorso aprile e alle pubblicità retribuite, seppur occasioni, con le quali Ferragni ha traghettato il brand verso uno step successivo. Per quantificare: da aprile 2021 la società che fa capo a Diego della Valle ha visto crescere le sue azioni per un valore pari a quasi 100 milioni di euro.
La nota diffusa dal cda Tod's
Il gruppo ha diffuso una nota che mette nero su bianco il nuovo ruolo dell’imprenditrice nell’azienda. Chiara Ferragni non smetterà di essere consigliera per la società marchigiana, ma non sarà più qualificata come membro indipendente, proprio perché sarebbero “venuti meno i requisiti di indipendenza” in virtù dei contratti pubblicitari che ha firmato per il brand. “Non potendosi aprioristicamente escludere che, in futuro, si presentino altre opportunità di collaborazione”, si legge nella nota, “il cda ha conseguentemente effettuato le verifiche di propria competenza, e appurato il venir meno del requisito di indipendenza in capo a Chiara Ferragni, la quale non è membro di alcun comitato endoconsiliare".
L'effetto Chiara Ferragni
L’hanno ribattezzato “effetto Ferragni”, ma comunque lo si voglia chiamare il concetto è piuttosto chiaro: l’immagine dell’imprenditrice applicata ad un brand fa letteralmente schizzare i suoi profitti. Basti pensare all’esempio più lampante della collaborazione con Pigna che ha realizzato i prodotti per la scuola (astucci e diari a prezzi vertiginosi andati a ruba in cartoleria e nei supermercati) o alla partnership con Nespresso, che lo scorso anno ha dato vita ad un temporary store esclusivo nel quale il caffè griffato Chiara Ferragni (con tanto di marshmellow e crema rosa al cocco, si intende) veniva servito al prezzo di 6 euro.