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Chiara Ferragni e Fedez, news sugli ex Ferragnez

Chiara Ferragni e l’intervista dopo la separazione da Fedez: omissioni e non detti, cosa non torna

Sul Corriere della Sera la prima intervista rilasciata da Chiara Ferragni a due mesi dal momento in cui, a metà dicembre scorso, è scoppiato lo scandalo pandoro Balocco. Diverse le omissioni dell’influencer, passaggi sui quali sorvolerebbe rimarcando la sua versione della storia: l’errore di comunicazione commesso in buona fede.
A cura di Stefania Rocco
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Ero in buona fede”: così Chiara Ferragni, nella prima intervista rilasciata al Corriere della sera dopo che a dicembre scorso è scoppiato lo “scandalo pandoro”, definisce l’atteggiamento suo e del suo team a proposito dell’operazione commerciale firmata con Balocco che le ha procurato una multa da parte dell’AgCom e l’iscrizione nel registro degli indagati per truffa aggravata. È proprio alla luce della convinzione che la vede precisare candida “ho sempre pensato che, fra niente e poco, era comunque del bene che veniva fatto” che la nota influencer racconta quanto ritiene abbia generato l'intera vicenda: l’errore di comunicazione. Ma dalla sua versione dei fatti Ferragni omette una serie di passaggi – sui quali il dispositivo di condanna dell’Antitrust si fonda e che la procura di Milano sta verificando – che ne minerebbero le fondamenta.

Dopo la multa dell’Antitrust, Ferragni scriveva: “Siete voi ad avere frainteso”

Nell’intervista al Corriere della sera, Ferragni parla di “errore di comunicazione” commesso in buona fede. Dichiara: “Mi sono detta: la gente si aspetta qualcosa da me. Dovevo scusarmi, perché, se ci sono stati dei fraintendimenti, vuol dire che qualcosa poteva essere fatto meglio”. Si assume, insomma, quantomeno la responsabilità di avere comunicato male le finalità ultime dell’operazione pandoro. Eppure, nella prima story postata su Instagram dopo la notizia della multa (era il 15 dicembre 2023), scriveva il contrario. Non era suo l’errore, ma di chi l’aveva fraintesa. “Sono dispiaciuta se qualcuno possa avere frainteso la mia comunicazione”, è la frase contenuta nella prima story postata dopo la notizia della multa. Per intestarsi la paternità dell’errore, date anche le proporzioni assunte dalla vicenda, avremmo dovuto attendere il video di scuse arrivato il 18 dicembre.

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"Scioccata dalla notizia", ma mesi prima le sue aziende erano state perquisite

A quel punto, seguendo il filo logico che lei stessa traccia nella sua intervista, bastano 3 giorni a Ferragni per comprendere di avere sbagliato e decidere di farsene carico, dal 15 al 18 dicembre. Ma proprio in queste righe si nasconde la prima omissione. Al Corriere, Ferragni dichiara di essere rimasta “completamente scioccata anche perché ho saputo la notizia (della multa, ndr) dalle agenzie”. Dimentica di dire che l’inchiesta firmata da Selvaggia Lucarelli su Domani che denunciava per la prima volta l’opacità dell’operazione pandoro risaliva al novembre 2022, un anno prima che arrivasse la sanzione dell’AgCom. Dimentica anche che a luglio 2023 le sue aziende sono state ispezionate dalla Guardia di finanza nell’ambito dell’inchiesta avviata dall’Antitrust dopo una denuncia presentata dal Codacons.

Il silenzio sullo scambio di mail tra le sue aziende e Balocco

La seconda omissione di Ferragni nell’intervista al Corriere arriva nel passaggio che vede Chiara precisare che è vero che a donare i 50mila euro è stata la sola Balocco “cosi come è vero che è stata una iniziativa mia e del mio team far inserire la donazione all’interno del contratto”. Bene, tutto vero. Ma perché Ferragni sorvola completamente sul fatto che un’altra delle iniziative del suo team (come contenuto nel dispositivo di condanna dell’Antitrust) riguardasse la volontà di creare un nesso tra l’importo della beneficenza e il numero dei pandori venduti? In un scambio di mail con Balocco, il team di Chiara Ferragni propone di redigere così il comunicato stampa che avrebbe dovuto pubblicizzare l’operazione:Lo storico brand piemontese Balocco, riconosciuto ed apprezzato nel mondo per l’eccellenza della sua offerta natalizia, presenta una novità esclusiva: il pandoro Chiara Ferragni, le cui vendite serviranno a finanziare un percorso di ricerca promosso dall’Ospedale Regina Margherita di Torino”. Ferragni, nell’intervista al Corriere, non fa mai riferimento a questo passaggio che invece l’Antitrust ha ritenuto fondamentale. Si preoccupa però di evidenziare che la scelta di inserire la beneficenza nel contratto sia partita dal suo team.

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“Cartiglio e post corretti”, ma è assente il comunicato del 2 novembre

La terza dimenticanza di Ferragni arriva quando i giornalisti del Corriere le fanno notare che “si indaga anche perché, dal cartiglio sul pandoro e da come lei ha promosso l’iniziativa, sembrava che acquistando il prodotto si contribuisse a fare beneficenza”. Osservazione cui Chiara replica con precisione chirurgica: “Nel cartiglio e nei miei post, però, abbiamo sempre scritto e detto che ‘Chiara Ferragni e Balocco sostengono l’ospedale…', mai che una percentuale delle vendite sarebbe andata in beneficenza”. Anche qui l’imprenditrice digitale omette un dettaglio fondamentale. Cita solo il cartiglio e i suoi post ma evita di precisare che nel comunicato stampa del 2 novembre 2022 con il quale si presentava l’operazione era contenuta la frase: “Lo storico brand piemontese Balocco, riconosciuto ed apprezzato nel mondo per l’eccellenza della sua offerta natalizia, presenta una novità esclusiva: il pandoro Chiara Ferragni, le cui vendite serviranno a finanziare un percorso di ricerca promosso dall’Ospedale Regina Margherita di Torino, attraverso l’acquisto di un nuovo macchinario che permetterà di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing”.

Una serie di domande rimaste inevase

Il passaggio nel quale si specifica che "le vendite serviranno a finanziare il percorso di ricerca" è stato ritenuto centrale dall'Antitrust nella sanzione comminata a Ferragni e Balocco per pubblicità ingannevole perché crea un nesso tra il numero dei pandoro venduti e l'entità della donazione. Nesso che evidenzia una circostanza falsa perché la donazione stanziata dalla sola Balocco in favore dell'ospedale Regina Margherita sarebbe rimasta di 50mila euro indipendentemente dal numero di "Pandoro Pink Christmas" venduti. Ma anche su questo aspetto l'influencer sorvola. Ciò non significa che Ferragni sia colpevole o innocente rispetto ai fatti per i quali è indagata. Ma è evidente che la sua intervista al Corriere lascia scoperti e privi di risposta alcuni dei punti salienti di questa vicenda, domande alle quali l'imprenditrice digitale dovrebbe ancora rispondere.

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